DESIGN e CLIMA: strumenti digitali

Il segretario generale del World Meteorological Organization (WMO) Petteri Taalas ha recentemente dichiarato in un comunicato stampa che l’arrivo di El Niño – fenomeno climatico periodico che provoca inondazioni nelle aree direttamente interessate, ma anche siccità nelle zone più lontane da esso – “spingerà le temperature globali in un territorio inesplorato” e ha aggiunto “Ciò avrà ripercussioni di vasta portata per la salute, la sicurezza alimentare, la gestione dell’acqua e l’ambiente. Dobbiamo essere preparati”.

Gli ultimi due anni siamo stati colpiti da eventi straordinari, dalle temperature record in Gran Bretagna, Cina e Stati Uniti, fino alle alluvioni in Pakistan e recentemente in Italia, è evidente che ci sia un problema ma è altrettanto importante iniziare a prenderne consapevolezza per agire. Come molto spesso pensiamo erroneamente, il Design NON è e NON ha una soluzione pronta, ma con un approccio multidisciplinare e la cooperazione può dare dei risultati positivi. Se applichiamo l’infografica a dati scientifici complessi, troviamo soluzioni urbanistiche in grado di rispondere al clima, prodotti che a fine vita tornano ad essere parte dell’ambiente, allora abbiamo degli esempi di progetti in cui il design ha contribuito a trovare una piccola soluzione per un grande problema. Abbiamo raccolto dei casi studio che possano aiutare a capire come viene approcciato il tema, oggi parliamo di strumenti online.

c

c

Strumenti digitali per comprendere il problema

Un esempio di un caso studio interessante è Resource Watch, una piattaforma dinamica che sfrutta la tecnologia e i dati per portare una trasparenza senza precedenti nel mondo dei dati: il sito presenta moltissime informazioni sullo stato delle risorse e dei cittadini. Gli utenti possono visualizzare le sfide che devono affrontare le persone e il pianeta, dal cambiamento climatico alla povertà, dal rischio idrico all’instabilità dello stato, dall’inquinamento atmosferico alla migrazione umana e altro ancora. Resource Watch è uno strumento pensato dal World Resources Institute con oltre 30 partners. L’obbiettivo è quello di fornire dei dati oggettivi per permettere ad analisti, amministratori e leader politici di prendere decisioni informate sull’ambiente.

Con un obbiettivo molto simile lo strumento Human Climate Horizons (HCH), la piattaforma gratuita del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), utilizza dati all’avanguardia forniti dalla collaborazione di scienziati e ricercatori del Climate Impact Lab con l’obiettivo di influenzare la politica climatica del mondo. In questo caso la piattaforma, lanciata dalle Nazioni Unite, mostra come i vari livelli di riscaldamento globale influenzeranno la vita delle persone in tutto il mondo. Sviluppato dall’ufficio UNDP Human Development Report, che produce anche l’influente Human Development Index (HDI) o Human Development Index (HDI), Human Climate Horizons è stato lanciato in concomitanza con il vertice sul clima COP27.

A queste si aggiungono molte altre piattaforme digitali che forniscono dati e analisi, come quella dell’IPCC, l’Interactive Atlas che “fornisce informazioni sia per le osservazioni che per le simulazioni dei modelli, le prime per il recente passato e le seconde per i periodi paleoclimatici, recenti e futuri.”

Google invece, che intende “utilizzare energia a zero emissioni di CO2, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ovunque e sempre. E progettiamo di farlo entro il 2030” offre comunque una serie di strumenti online utili. Un esempio è il Tree Canopy Lab che utilizza immagini aeree e l’intelligenza artificiale del motore di ricerca per capire dove si trova ogni albero in una città. Environmental Insights Explorer è il centro di ricerca dell’azienda dedicato all’applicazione che inserisce tali informazioni su una mappa interattiva insieme a dati aggiuntivi su quali quartieri sono più densamente popolati e più vulnerabili alle alte temperature. La speranza è che piantare nuovi alberi in queste aree possa aiutare le città ad adattarsi a un mondo che si surriscalda e salvare vite durante le ondate di caldo. L’Environmental Insights Explorer utilizza fonti di dati esclusive per fornire informazioni anche sulle emissioni di edifici e trasporti, sul potenziale solare sui tetti e sulla qualità dell’aria.

c

c

Identità digitali, siti ed emissioni di CO2

Altro aspetto molto importante è il digitale. Non stiamo parlando di brand identity, ma del fatto che internet nel 2019 fosse responsabile del 4% circa delle emissioni di gas serra, secondo un report di Shift Project, e la cifra potrebbe decuplicare per il 2050. L’inquinamento maggiore al momento è dato dalla moneta elettronica e dai servizi di streaming, soprattutto quelli ad alta definizione, ma anche l’utilizzo dell’AI sta destando preoccupazione.

Per migliorare la propria impronta di carbonio sul digitale si possono adottare una serie di soluzioni: servizi di green web hosting, immagini caricate online con le dimensioni giuste con formati adeguati al web, font predefinite per evitare richieste HTTP non necessarie. Anche le mail possono consumare energia, così come le riunioni online.

Un esempio molto interessante di sito sostenibile è il sito di Low Tech Magazine che – totalmente in linea con la propria identità – “mette in discussione la fiducia nel progresso tecnologico e mette in luce il potenziale delle conoscenze e delle tecnologie del passato per progettare una società sostenibile. Poiché una riprogettazione del web era attesa da tempo e poiché cerchiamo di mettere in pratica ciò che predichiamo, abbiamo deciso di creare un sito Web a bassa tecnologia che soddisfi le nostre esigenze e rispetti i nostri principi.” Si tratta di un sito web a energia solare, l’energia è fornita da un piccolo impianto solare fotovoltaico off-grid sul balcone di casa dell’autore e lo stoccaggio di energia è limitato. Ciò significa che il sito Web andrà offline durante i periodi più lunghi di tempo nuvoloso!

Qui alcuni link utili per approfondire maggiormente il tema:

Come anticipato il Design non è la soluzione, ma a volte è parte del problema. Per questo è necessario tenere sempre monitorati i propri consumi e adottare strategie innovative con l’aiuto dei dati e degli strumenti già esistenti. La prossima settimana vedremo come architettura e urban design guardano al cambiamento climatico.

c

Back to Top