ELOS, un materiale primitivo per il design contemporaneo

Spesso è dall’osservazione di quello che ci circonda che si trova la migliore ispirazione, ed è quello che è successo a Souhaïb Ghanmi, industrial designer svizzero tunisino laureato a pieni voti nel 2021 presso l’ECAL, per il progetto Elos.

Oggi la plastica è uno dei maggiori fattori di inquinamento e Souhaïb era interessato a trovare un potenziale sostituto per questo materiale. È stato osservando la famiglia del padre, che si prende cura del bestiame, che ha notato la quantità di rifiuti prodotti dopo la macellazione. Grazie allo zio, che recuperava queste ossa per fare manici di coltelli, ha trovato un punto di partenza per il proprio progetto.

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Per dare qualche dato, oggi, in Francia, circa 20 milioni di capi di bestiame sono destinati al consumo alimentare. Le ossa di questa produzione industriale sono considerate rifiuti. Alcuni di essi vengono trasformati in vari sottoprodotti come integratori alimentari per animali o porcellana cinese. Tuttavia, la gran parte viene distrutta. In passato l’osso era l’equivalente della plastica e il designer ha quindi deciso di guardare a questo materiale come possibile sostituto. Nasce quindi Elos.

Elos si interroga sul possibile futuro delle ossa bovine e del riciclo di questo materiale inquinante. Per Souhaïb l’osso è un materiale dimenticato e non sfruttato a sufficienza nonostante le sue numerose proprietà: può essere utile come isolante elettrico, termico ed è un materiale biodegradabile. Elos si traduce in una gamma di interruttori e prese che utilizzano polvere d’osso per le sue proprietà di isolamento elettrico. La presa si ispira all’articolazione della testa di un femore, permettendo di accompagnare il cavo per evitarne l’usura. Le forme organiche si ispirano al taglio delle ossa. Alla famiglia si aggiunge una variante di cover che combina un avvolgicavo e una stazione di ricarica per telefoni cellulari. La doppia cover può ospitare tutti i tipi di interruttori, prese e USB.

Un progetto con un grande potenziale che ci mostra ancora una volta come uno scarto possa essere portato a nuova vita, riscoprendo anche un antico utilizzo, ormai dimenticato.

Per vedere altri progetti, seguite Souhaïb Ghanmi su Instagram!
Fotografia di Noé Cotter

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