GRADUATION SHOW O PERFORMANCE?

Torna la Dutch Design Week e dopo lo stop dell’anno scorso, la nuova edizione si dimostra ancora una volta uno degli eventi più suggestivi del nord europa. Come abbiam detto ieri, la città di Eindhoven è invasa in ogni quartiere, dall’ex area industriale Strijp all’estremo ovest, fino alla Sectie C a est, hub per makers, artigiani, artisti e designer. Tra le varie esposizioni, una di quelle con molte aspettative è senza dubbio il Design Academy Eindhoven Graduation Show, quest’anno presso il Beursgebouw (a pochi passi dalla stazione). L’edizione 2021 ospita più di 160 progetti di tesi di laurea e master di studenti della Design Academy, ma è molto complessa e forse, un po’ sotto le aspettative. Non si tratta solo del nostro punto di vista, ma parlando con giornalisti locali e addetti al settore, l’idea generale è che si sia un po’ perso il senso di mostrare i lavori degli studenti.

Nello spazio industriale di circa 8.000 metri quadrati, praticamente buio, i progetti illuminati con una luce a spot drammatica e teatrale, creano uno scenario molto confuso. La maggior parte dei lavori esposti ha una ricerca alle spalle che spesso però si traduce in qualcosa di inaspettato. Si ha la sensazione di assistere a tante piccole installazioni performative, più strane sono e meglio è. Molti temi affrontati sono attuali e urgenti ma vengono in qualche modo penalizzati dalla tendenza a favorire l’estetica sul contenuto. Spesso si tratta di rappresentazioni personali di un tema, fine a sè stesse, o temi già affrontati da altri e rilavorati dagli studenti (con tutti gli avanzi del cibo che creiamo nel mondo, basta mele!). Ampolle, luci al neon, il setting è il soggetto della mostra. Naturalmente non tutti progetti hanno queste caratteristiche, gli stimoli sono comunque molti, ma bisognerebbe capire se l’obbiettivo è fare spettacolo o “rivelare potenziali futuri”.

Una tendenza evidenziata dal settore e che può fare capire il problema dei contenuti, soprattutto in Olanda, è l’auto-etichettarsi come una minoranza prima ancora di essere riconosciuti come artisti: così abbiamo i gender-fluid artist, i black artist. Non diciamo che è sbagliato, ma forse sono le opere che devono parlare prima dell’etichetta che ci si autoimpone come artista/designer.

Un altro problema che ha portato alla spettacolarizzazione dei graduation show nei Pasei Bassi, è il sistema di istruzione. Non ci sono scuole pubbliche, fanno tutte affidamento ai bandi statali. Quindi, con migliori risultati si possono ottenere maggiori fondi. Quando la risonanza di un graduation show dell’università è mondiale, il risultato è garantito. Il problema di questo approccio è che con il passare del tempo si tende a puntare sempre di più sull’estetica, tralasciando il processo e la ricerca iniziali che hanno portato ad una determinata conclusione. Non possiamo più permetterci di realizzare lunghe ricerche su temi urgenti che hanno poi come risultato un vaso o l’ennesima sedia.

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