I NUOVI MATERIALI SOSTENIBILI, la selezione 2022

Come l’anno scorso, presenteremo delle selezioni dei progetti più interessanti di cui abbiamo parlato nel 2022. Dopo le molte richieste che riceviamo sul tema, il primo articolo è legato ai nuovi materiali sostenibili. Cliccando su ogni progetto troverete l’articolo di riferimento.

Human Material Loop, capelli come materiale – Considerare i capelli umani come un materiale può far storcere il naso ma, cercando di superare questo tabù, offre molti vantaggi. Si trova in grandi quantità con costi di produzione pari a zero, è anallergico e non è tossico, non irrita la pelle e un capello ha un rapporto resistenza/peso paragonabile a quello dell’acciaio. Fondato nel 2021, Human Material Loop ha deciso di sfruttare questo materiale per creare dei prodotti sostenibili e favorire un’economia ad impatto zero.

Ananasse, da buccia d’ananas a finta pelle – La produzione dell’ananas è stimata in circa 24,8 milioni di tonnellate di cui solo il 60% viene utilizzato. Ogni anno quasi 10 milioni di tonnellate vengono lasciate sul terreno a marcire mentre le aziende frutticole importano prodotti a basso costo piuttosto che sostenere quelli locali. In Italia, è soprendentemente il secondo frutto esotico più consumato. Vérabuccia ® nasce dall’idea della designer ed imprenditrice Francesca Nori con l’aiuto di Fabrizio Moiani. Ananasse è il primo materiale del brand, sviluppato grazie al recupero delle bucce di ananas.

ELOS, un materiale primitivo per il design contemporaneo – Oggi la plastica è uno dei maggiori fattori di inquinamento e Souhaïb Ghanmi era interessato a trovare un potenziale sostituto per questo materiale. È stato osservando la famiglia del padre, che si prende cura del bestiame, che ha notato la quantità di rifiuti prodotti dopo la macellazione. Grazie allo zio, che recuperava queste ossa per fare manici di coltelli, ha trovato un punto di partenza per il proprio progetto. In passato l’osso era l’equivalente della plastica e Souhaïb ha quindi deciso di guardare a questo materiale come possibile sostituto.

Chitofoam, un sistema circolare sostenibile a base di tarme – È stato scoperto che 100 tarme possono mangiare 40 milligrammi di polistirolo ogni giorno senza alcun impatto sulla loro salute o commestibilità. Le designer Charlotte Böhning e Mary Lempres hanno iniziato a smaltire nel loro studio la schiuma da modellazione e i rifiuti di imballaggio in un biodigestore fatto in casa per la depolimerizzazione. Hanno poi iniziato a raccogliere gli esoscheletri che le tarme perdono e hanno estratto un gel di biopolimero chiamato Chitosan.

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Resting Reef, ridefinire la morte curando l’ambienteResting Reef è la startup creata da Louise Skajem e Aura Murillo e parte da una doppia analisi tanto interessante quanto inquietante: morire sta uccidendo il nostro pianeta. Solo negli Stati Uniti, ogni anno, vengono deforestati 100 milioni di acri di terra e utilizzati 1,6 milioni di tonnellate di cemento e acciaio per costruire tombe. Senza contare i 20 milioni di litri di liquido tossico per imbalsamazione che finiscono nelle falde acquifere. Qui entra in azione Resting Reef, che non mira solo a ridurre gli impatti negativi, ma a generarne di positivi. Per fare ciò, la startup crea strutture simili alla barriera corallina, che possono nutrire e accogliere la crescita marina offrendo, allo stesso tempo, un luogo di sepoltura ecosostenibile.

Da packaging per la mozzarella di bufala a sediaAnoa Chair di Gae Avitabile nasce dall’idea di trasformare un prodotto monouso – i contenitori per il trasporto della mozzarella di bufala, realizzati in polistirolo espanso – in un nuovo oggetto destinato a perdurare nel tempo: una sedia composta da un nuovo materiale, messo a punto dall’azienda AirPol, derivante dal riciclo dello stesso polistirolo tramite tecnologia ETE e successivamente steso in piani e termoforato.

Wolfwall, il materiale derivato da fibre canineAlessandra Tuseo è la designer che ha creato Wolfwall, un materiale ecosostenibile termo-fonoisolante derivato da fibre canine, che sfrutta il processo naturale di perdita del sottopelo di cani e lupi. Dalla ricerca effettuata, in Italia annualmente verrebbero prodotti almeno 115 milioni di chili di sottopelo, di cui, considerando una perdita del 20% di peso con il lavaggio, 90 milioni di chili di fibra utile. Questa quantità permetterebbe di produrre 90.000.000 m2 di feltro. La chiengora o lana di cane veniva già usata in passato in sostituzione della lana di pecora ed è anallergica.

From the ashes, un vetro creato con… la pizza! – Con il progetto From the Ashes, Studio peipei crea un vetro 100% naturale dalle ceneri, privo di additivi tossici e pensato per le prossime generazioni. Per accelerare ulteriormente la fusione dei materiali – e quindi risparmiare gas – il designer ha aggiunto scarti di vetro, visibili nella colorazione più scura di alcuni prodotti. Il progetto è stato anche premiato con il Green Concept Award 2022.

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Meenghe, riutilizzare pneumatici per rendere la città più confortevole – “Meenghe è una famiglia di prodotti per l’arredo urbano fatti di trucioli di pneumatici usati. Da un lato, le città continuano a crescere e c’è bisogno di sempre più arredi per renderle più confortevoli ed ergonomiche; dall’altro, siamo sommersi dagli pneumatici fuori uso e la situazione continuerà a peggiorare finché continueremo a utilizzare le auto.” Djurdja Garcevic

Kreis Cup, una tazza per il caffè fatta di caffè – Fondata nel 2022, l’azienda Coffee Kreis punta alla riduzione degli sprechi di caffè, seguendo un modello di economia circolare basato sulla “rigenerazione di materiali naturali”. Il risultato della ricerca è la Kreis Cup, una tazza biodegradabile e riutilizzabile, realizzata con fondi di caffè e materiali vegetali, privi di plastica a base di petrolio. È resistente al calore e progettata per mantenere il caffè caldo – o anche freddo nel caso di un iced coffee – il più a lungo possibile grazie alla struttura a doppia parete.

From Stone to Glass, un metodo di colorazione naturale del vetro – Con il progetto From Stone to Glass Salomé Maarek vuole creare un metodo di colorazione naturale del vetro che sfrutti risorse locali. La designer ha inizialmente considerato l’utilizzo di frutta e verdura per tingere in modo naturale il materiale, tuttavia si è scoperto che ciò avrebbe avuto un impatto ecologico dannoso a causa della produzione. Inizia quindi a cercare in diverse regioni del paese possibili risorse naturali locali, tra cui potassa, legno, rame, sabbia, argilla… La scelta finale è ricaduta sulla pietra israeliana.

Fucina Frammenti e la progettazione con gli scarti nobili Fucina Frammenti, composto da Clara Accebbi, Elia Venturini e Alessandro Zannoni, si propone di ricercare delle applicazioni per gli scarti nobili, risultanti da processi produttivi industriali e artigianali. Quando Fucina Frammenti parla di scarto “nobile” intende un lavorato o semilavorato di risulta, che può essere parte di un oggetto realizzato dall’azienda o che fa parte del ciclo produttivo dello stesso. L’identificazione dell’eventuale presenza dello scarto “nobile” può avvenire studiando e comprendendo a fondo ogni processo produttivo.

Packioli, dai resti di carciofi e piselli, il packaging resistente all’acqua – Il progetto nasce per due ragioni principali: offrire una soluzione al consumo eccessivo di plastica dell’industria cosmetica locale ed eliminare gli imballaggi per saponi (sempre in plastica) soddisfando le esigenze di igiene, logistica e resistenza dei marchi e delle aziende del settore. Con Packioli, Alara è riuscita ad osservare queste necessità, creando un packaging biologico e resistente all’acqua. Il prodotto aiuta anche a diminuire l’enorme volume di rifiuti di carciofi e piselli che vengono quotidianamente prodotti nell’ovest della Turchia. Infatti, la confezione finale è creata con due diverse bioplastiche, una realizzata con scarti di gambi e foglie di carciofo e l’altra con i bacelli di pisello.

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