Skip to content Skip to footer

Fondato da Katarina Holt, Verda è impegnato nella creazione di una gamma di accessori e scarpe sostenibili e responsabili, per un cambiamento reale nel mondo della moda. Nello specifico, la designer ha cercato e testato i migliori laboratori, fornitori, materiali e design con cui mettere in pratica la propria missione: affrontare le sfide ambientali ed etiche globali per avere un impatto positivo, a partire da ciò che indossiamo.

Verda utilizza solo materiali ecologici e naturali – riciclati o a base vegetale – privi di qualsiasi componente di origine animale (come pelli e lane). Per esempio, per le scarpe la pelle convenzionale è stata sostituita con una soluzione ricavata dagli scarti dell’industria vinicola italiana, tra cui bucce, semi e raspi d’uva. Le fodere sono realizzate con materiali biologici o riciclati, le solette sono composte da materiali riciclati al 100%, traspiranti e antibatteriche per il massimo comfort. Il legno dei tacchi proviene da pereti francesi gestiti in modo responsabile mentre le suole sono realizzate con materiali riciclati o rinnovabili.

Verda realizza le proprie collezioni a mano con materiali prodotti in Europa: la progettazione avviene a Parigi mentre la produzione nei pressi di Porto, città rinomata per la sua tradizione secolare di eccellenza calzaturiera. Questa scelta progettuale è stata fatta principalmente per rendere accessibile il prodotto – un altro tema fondamentale quando si vuole essere sostenibili: “Dato che le scarpe Verda sono già realizzate con materiali pregiati, la produzione in Francia avrebbe comportato un prezzo finale troppo alto per il consumatore. Per noi era fondamentale che le nostre scarpe rimanessero accessibili al maggior numero possibile di persone che apprezzano il nostro stile e che credono nei concetti di eco-responsabilità e prodotti vegani. Il Portogallo, con la sua ricca tradizione calzaturiera, offriva il miglior compromesso. Inoltre, la vicinanza alla Francia e lo status di membro dell’Unione Europea ci permettono di mantenere standard di produzione rigorosi e di sostenere condizioni di lavoro favorevoli per gli artigiani che producono le nostre scarpe” – ci racconta Katarina.

Parlando di condizioni di lavoro, la designer racconta che l’industria calzaturiera al di fuori dell’Europa utilizza spesso pratiche non etiche nei confronti dei propri lavoratori (es. in regioni come la Cina e il Medio Oriente). Producendo in Portogallo, Verda può garantire il giusto trattamento economico ed etico degli artigiani e un ambiente di lavoro regolamentato e sicuro. Questa decisione riflette l’attenzione del brand verso la responsabilità sociale e il rispetto dei diritti umani.

Per quello che riguarda lo smaltimento del prodotto, “Stiamo esplorando attivamente soluzioni sostenibili per la fine del ciclo di vita delle nostre scarpe, come la creazione di una categoria ‘preloved’ e la possibilità di inviarci il prodotto per riciclarlo quando non è più adatto a essere indossato. L’obbiettivo è l’impegno a ridurre al minimo il nostro impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita”.

Le scarpe Verda sono attualmente in sviluppo per la vendita diretta ai consumatori. Al momento dell’acquisto, l’intenzione è di spedirle direttamente dal Portogallo al consumatore, riducendo al minimo i trasporti inutili. Grazie ai propri valori e all’attenzione reale verso la sostenibilità, il brand Verda è stato incluso nella nuova e gratuita Materials Design Map. Per maggiori informazioni sul brand e aggiornamenti, visitate il sito di Verda e seguite il brand su Instagram! Foto per gentile concessione di Verda, crediti Anthony Retournard

Founded by Katarina Holt, Verda is committed to creating a sustainable and responsible range of accessories and shoes for real change in the fashion world. Specifically, the designer has sought out and tested the best workshops, suppliers, materials and designs with which to implement her mission: to address global environmental and ethical challenges in order to make a positive impact, starting with what we wear.

Verda uses only ecological and natural materials – recycled or plant-based – free of any animal-derived components (such as leather, fur and wool). For example, for the shoes, conventional leather has been replaced with a solution made from waste from the Italian wine industry, including grape skins, seeds and stalks. The linings are made from biosourced or recycled materials, the insoles are made from 100% recycled materials, breathable and antibacterial for maximum comfort. The wood for the heels comes from responsibly managed French pear orchards while the outsoles are made from recycled or renewable materials.

Verda makes its collections by hand with materials produced in Europe: design takes place in Paris while production near Porto, a city renowned for its centuries-old tradition of shoe-making excellence. This design choice was made mainly to make the product affordable – another key issue when trying to be sustainable: “As Verda shoes are already made from high-quality materials, production in France would have meant a final price too high for the consumer. For us, it was crucial that our shoes remain accessible to as many people as possible who appreciate our style and believe in the concepts of eco-responsibility and vegan products. Portugal, with its rich shoe-making tradition, offered the best compromise. In addition, Portugal’s proximity to France and the status as a member of the European Union allow us to maintain strict production standards and support favourable working conditions for the artisans who produce our shoes,” Katarina tells us.

Speaking of working conditions, the designer says that the footwear industry outside Europe often uses unethical practices towards its workers (e.g. in regions such as China and the Middle East). By producing in Portugal, Verda can guarantee the fair economic and ethical treatment of artisans and a regulated and safe working environment. This decision reflects the brand’s focus on social responsibility and respect for human rights.

Regarding product disposal, “We are actively exploring sustainable solutions for the end-of-life of our shoes, such as the creation of a ‘preloved’ category and the possibility of sending the product to us for recycling when it is no longer suitable to be worn.The goal is a commitment to minimise our environmental impact throughout the entire life cycle”.

Verda shoes are currently being developed for direct sale to consumers. At the time of purchase, the intention is to ship them directly from Portugal to the consumer, minimising unnecessary transportation. Thanks to its values and real focus on sustainability, the Verda brand has been included in the new and free Materials Design Map. For more information on the brand and updates, visit Verda’s website and follow the brand on Instagram! Ph. courtesy Verda, credits Anthony Retournard

Situato a Helsinki, Caracara Collective è uno studio di biodesign specializzato nella creazione di collezioni di design, installazioni artistiche e materiali che utilizzano i rifiuti organici come risorsa. Immaginando un futuro senza materiali nocivi, l’obiettivo dello studio è quello di promuovere un nuovo design nordico totalmente sostenibile.

Nello specifico, tutti i prodotti sono realizzati a mano partendo da scarti locali e, grazie al legante composto al 100% da ingredienti naturali sviluppato da Caracara, possono essere utilizzati quasi tutti i tipi di rifiuti organici. I materiali sviluppati sono completamente biodegradabili e, al termine della loro vita utile, possono essere compostati o scomposti per realizzare nuovi progetti.

Oltre ai rifiuti organici, Caracara lavora anche con il micelio. In questo caso i progetti vengono coltivati alimentando diversi ceppi con prodotti secondari come segatura e rifiuti tessili. La miscela viene coltivata all’interno di uno stampo e, nell’arco di un paio di settimane, il micelio lega la materia in un oggetto solido. “In questo modo, lasciamo che sia la natura a guidare il processo di creazione di un design a zero rifiuti.”

“Vogliamo evitare di contribuire agli impatti ambientali dannosi causati da ingredienti tossici, dall’uso irresponsabile delle risorse naturali e dal trasporto internazionale di materie prime. Un design consapevole può essere creato in qualsiasi parte del mondo utilizzando i flussi di rifiuti disponibili a livello locale. La sostenibilità non può essere solo un bonus. Deve essere il punto di partenza del design.” Caracara

I progetti e i materiali di Caracara

Tra le installazioni, i prodotti e gli esperimenti dello studio troviamo Reclaim, una collezione di paralumi con diverse palette che utilizza come risorsa le bucce d’arancia – raccolte dai distributori di succhi di frutta dei supermercati – o gli aghi di pino – caduti dagli alberi di Natale scartati. Nel primo caso, Reclaim è costituito dalla buccia di circa 20 arance spremute, in altre parole è il sottoprodotto di una persona che ha bevuto due litri di succo d’arancia. I tempi di produzione, compresa la raccolta e la preparazione delle materie prime, la pressatura dei paralumi e gli ultimi ritocchi, sono di circa 2 ore per realizzare un paralume. Il lavoro viene suddiviso poi in un periodo di 2-3 settimane, per garantire ai materiali il tempo per l’asciugatura.

La selezione che Caracara ha a disposizione viene realizzata partendo dagli scarti più abbondanti intorno allo studio di Helsinki e i colori possono variare leggermente a seconda di ogni lotto di materiale raccolto. Inoltre, anche le texture dei prodotti a base di micelio possono variare a causa della crescita naturale del materiale. I campioni sono disponibili come piastrelle e lo studio realizza anche prodotti personalizzati su richiesta. Al momento Caracara sta sviluppando una nuova confezione di campioni “a gamma limitata”, con un’origine più definita per ogni tipo di rifiuto (pula di caffè dalle torrefazioni, residui di olivello spinoso e di mirtillo rosso dai produttori di olio di bacche, foglie di tè esauste da una casa da tè, segatura da un’officina del legno).

La diversità dei materiali organici sviluppati da Caracara permette di creare soluzioni personalizzate con finiture e texture uniche. Nonostante lo studio cerchi di mantenere i colori naturali forniti dalla materia prima, è anche in grado di creare colori personalizzati utilizzando pigmenti naturali. Non solo prodotti ma anche rivestimenti, opere d’arte, installazioni e murales, Caracara vuole mostrarci tutto il potenziale dei materiali a base biologica.

Al momento lo studio ha intrapreso anche progetti all’estero per aiutare nella produzione di materiali che partono dagli scarti locali. L’idea è quella di sviluppare dei laboratori co-creativi e, in futuro, iniziare a offrire più workshop e corsi (offline e online) e servizi di consulenza ad altre persone che desiderano produrre i propri biomateriali.

Caracara Collective è tra gli studi presenti sulla nuova e gratuita Materials Design Map. Per scoprire tutti i progetti e i materiali dello studio, visitate il sito e seguite Caracara su Instagram!

Located in Helsinki, Caracara Collective is a biodesign studio specialising in creating design collections, art installations and materials that use organic waste as a resource. Imagining a future without harmful materials, the studio’s goal is to promote a new, totally sustainable Nordic design.

Specifically, all products are handmade from local waste and, thanks to the binder composed of 100% natural ingredients developed by Caracara, almost any type of organic waste can be used. The materials developed are completely biodegradable and, at the end of their useful life, can be composted or broken down to make new designs.

In addition to organic waste, Caracara also works with mycelium. In this case, projects are cultivated by feeding different strains with by-products such as sawdust and textile waste. The mixture is grown inside a mould and, within a couple of weeks, the mycelium binds the material into a solid object. “In this way, we let nature drive the process of creating a zero-waste design.”

“We aim to step away from contributing to the harmful environmental impacts caused by toxic ingredients, irresponsible use of natural resources, and international shipping of raw materials. Conscious design can be created anywhere in the world using locally available waste streams. Sustainability cannot be just a bonus. It has to be the starting point of design!”

Caracara’s projects and materials

Among the studio’s installations, products and experiments we can find Reclaim, a collection of lampshades with different palettes that uses orange peels – collected from supermarket juice dispensers – or pine needles – fallen from discarded Christmas trees – as a resource. In the first case, Reclaim is made from the peel of about 20 squeezed oranges, in other words it is the by-product of one person drinking two litres of orange juice. The production time, including the harvesting and preparation of the raw materials, the pressing of the lampshades and the finishing touches, is about two hours to make one lampshade. The work is then spread over a period of 2-3 weeks to give the materials time to dry.

Caracara’s materials selection is made from the most abundant waste around the Helsinki studio, and colours may slightly vary depending on each batch of material collected. In addition, the textures of the mycelium products may also vary due to the natural growth of the material. Samples are available as tiles and the studio also creates customised products on request. Caracara is currently developing a new ‘limited range’ sample pack, with a more defined origin for each type of waste (coffee chaff from coffee roasteries, sea buckthorn and lingonberry residues from berry oil producers, spent tea leaves from a tea house, sawdust from a wood workshop).

The diversity of organic materials developed by Caracara makes it possible to create customised solutions with unique finishes and textures. Although the studio tries to maintain the natural colours provided by the raw material, it is also able to create custom colours using natural pigments. Not only products but also walltiles, artworks, installations and murals, Caracara wants to show us the full potential of bio-based materials.

The studio will also undertake projects abroad to help in the production of materials from local waste. The idea is to develop co-creative workshops and, in the future, to start offering more activities and courses (offline and online) and consultancy services to other people who want to produce their own biomaterials.

Caracara Collective is among the studios featured on the new and free Materials Design Map. To discover all the studio’s projects and materials, visit the website and follow Caracara on Instagram!

httpv://www.youtube.com/watch?v=CloOfe5oXrQ
Danielle Trofe, furniture designer col pallino della sostenibilità, produce, nel suo studio di Brooklyn, una fantastica linea di lighting, sulla scia dell’impulso dato dai nuovi biomateriali.

Come le torte della nonna, anche le sue lampade sono “fatte in casa”. Prima prepara il composto fungivo, poi lo versa nello stampo ed attende. Quando i funghi si fanno compatti e bianchicci, lo estrae, lo inforna e lo tratta con un prodotto non tossico.

Nel frattempo una rete di artigiani, realizza le componenti in legno e cemento, che verranno poi assemblate per creare questa bellissima linea di lampade, dalle forme e dalle texture organiche.

Al momento della dismissione, lo shade è totalmente biodegradabile. Danielle suggerisce di usarlo come compost da usare per far crescere i nostri bei gerani.

Date un occhio al sito di Danielle, per scoprire anche le sue altre creazioni: danielletrofe.com

Source: http://danielletrofe.com/mush-lume/