La scorsa settimana IKEA è tornata protagonista su riviste e quotidiani per l’apertura della nuova piattaforma Preowned, “un luogo dove è possibile vendere e acquistare prodotti IKEA di seconda mano direttamente a e da altre persone”. Il progetto fa parte di una più ampia gamma di sforzi del colosso svedese per ridurre l’uso delle risorse e passare a un business circolare (qui maggiori informazioni). Per ora IKEA Preowned è in fase di test a Madrid e a Oslo fino al mese di dicembre, momento in cui il brand deciderà come procedere. (Immagine copertina Semyon Borisov)
Come funziona IKEA preowned
Il funzionamento è molto semplice: per vendere basta inserire un annuncio sul sito, allegare le foto del prodotto per mostrarne le condizioni e scegliere un prezzo di vendita – il sistema suggerisce un costo finale, ma la richiesta è a discrezione di chi pubblica l’annuncio. Per l’acquisto basta consultare il sito utilizzando filtri e categorie. La modalità di consegna viene definita direttamente dagli utenti in quanto IKEA non fornisce alcun servizio. L’azienda si occupa solo della gestione delle transazioni economiche: chi vende ha la possibilità di ricevere un bonifico pari al 100 per cento del prezzo richiesto, oppure può scegliere l’emissione di un voucher da spendere in un negozio Ikea, con un valore pari al 115 per cento del prezzo di vendita. Al momento le inserzioni sono gratuite ma in futuro potrebbero esserci dei costi aggiunti da pagare ha dichiarato Jesper Brodin, ceo di Ingka Group, in una intervista al Financial Times.
Un aspetto interessante della piattaforma è la sezione Care and Repair: attraverso tre scelte, Care, Refresh e Repair, l’utente ha la possibilità di prolungare la durata dei mobili o dei pavimenti in legno, ravvivare il divano o la poltrona con un nuovo rivestimento e ordinare gratuitamente i pezzi di ricambio per piccole riparazioni o aggiustamenti.
Circolarità e marketing
L’obiettivo di IKEA Preowned però non è solo la circolarità, termine che non riguarda solo la capacità di ridurre, riutilizzare e riciclare ma anche dalla scelta di risorse rinnovabili, dall’energia utilizzata per la produzione e il trasporto, la raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti, le condizioni dei lavoratori… un vero e proprio nuovo modello di consumo. Come racconta a Dezeen Tolga Öncü – responsabile delle operazioni di vendita al dettaglio per Ingka Group, il gruppo di investimento dietro la multinazionale svedese IKEA – l’obiettivo di Preowned è quello di competere con le piattaforme di rivendita online come eBay, Gumtree e Facebook Marketplace, dove i prodotti IKEA costituiscono una parte significativa dell’inventario.
In breve, IKEA sta testando l’entrata nel mercato dell’usato, che ha superato i 38 miliardi di dollari di valore nel 2023, ma prevede un sostanziale raddoppio sopra quota 75 miliardi da qui al 2032, con una crescita media annua che sfiora l’8% (La Repubblica).
Nonostante le grandi ambizioni per il 2030 – “Faremo la nostra parte per contrastare il cambiamento climatico, il consumo eccessivo e la disuguaglianza” – di cui parla IKEA, l’azienda che per prima ha creato l’idea di arredo usa e getta, sono ancora tanti gli aspetti su cui migliorare. Negli ultimi anni il brand svedese è stato accusato di utilizzare legno proveniente da fornitori coinvolti in pratiche di disboscamento illegale: rapporti di Greenpeace e altre ONG hanno documentato lo sfruttamento da parte di Ikea di legname proveniente da foreste vestuste protette in Romania e Ucraina, spesso attraverso l’aiuto di fornitori che operano in maniera illegale o eludendo regolamenti ambientali (Euronews) (Earthsight)(IlSole24ore). Nonostante il brand si affidi a certificazioni come FSC (Forest Stewardship Council), queste sono criticate per la loro inefficacia nel prevenire abusi ambientali – un aspetto affrontato anche nel libro Cambio di Formafantasma.
IKEA Preowned è senza dubbio un’iniziativa interessante legata al riutilizzo e alla riparazione dei prodotti, ma non dimentichiamo che il progetto crea anche un nuovo canale di vendita per l’azienda (a cui potrebbero essere aggiunti dei costi in futuro), la aiuta a fidelizzare i propri clienti e scoraggia questi ultimi a vendere su altre grandi piattaforme. Un piccolo passo per la sostenibilità ma una buona mossa per IKEA. Sotto la gallery troverete una serie di link per approfondire alcuni aspetti e scandali legati al brand.
Ritiro di alcuni prodotti IKEA in seguito a incidenti mortali (Ikea) (BBC) (NY Times)
IKEA e Greenwashing (Forbes) (Modern Times)
Spiare lo staff francese (BBC)
IKEA, casi di corruzione in Russia (NY Times)
IKEA e la sua struttura aziendale (Economist)