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Linee D’ombra, Ripensare Insieme La Città

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Uno dei maggiori problemi delle città, intensificato anche dal riscaldamento globale, è la presenza di isole di calore urbane (UHI – Urban Heat Island): si tratta di aree che registrano temperature molto più elevate rispetto alle zone circostanti, a volte persino dannose per la salute dell’uomo. Possono essere camminamenti, fermate dell’autobus, viali, piazze, che risultano impossibili da frequentare nei mesi più caldi dell’anno.
Durante il Fuorisalone 2024, la prima edizione di Linee d’Ombra – Vivere la piazza, ideata da Alessandra Mauri e Giuliana Zoppis, architette e giornaliste, ha sollevato l’attenzione sull’aumento di queste isole di calore urbane e sulla piazza come luogo di socialità per parlare anche di gestione dei rifiuti in città attraverso la riqualificazione dei mercati rionali all’aperto. Abbiamo intervistato Alessandra Mauri e Giuliana Zoppis per capire meglio cos’è Linee d’Ombra e come lavora per promuovere soluzioni innovative.

Cos’è BEST UP e come nasce il modello Linee d’Ombra?

BEST UP è un’associazione (oggi APS) nata 16 anni fa per sensibilizzare sui temi dell’abitare sostenibile, “dal cucchiaio alla città”. Linee d’Ombra nasce come laboratorio permanente guidato da noi due socie e con la collaborazione di altre associazioni amiche. Sollecitate dall’osservazione costante e critica del contesto urbano, in particolare di quello milanese, dove noi due viviamo e lavoriamo. Occupandoci di sostenibilità da tempi non sospetti, non potevamo non notare che, nonostante i cambiamenti climatici ormai evidenti, la città continuasse ad essere progettata come cinquant’anni fa.

Cosa si intende con il termine “piazze sbagliate”?

Si tratta di spazi pubblici progettati senza tener conto che ormai, in città, le temperature estive possono arrivare sino a 36°/37°: ciò significa che, se questi luoghi non prevedono la presenza di ombra vegetale e dove serve anche strutturale, diventano isole di calore infrequentabili: ne sono un esempio Piazza San Babila, Largo Augusto, Piazza Cordusio, Largo Beltrami e la Darsena: l’alzaia di Via D’Annunzio è esposta al sole da mane a sera ed è tutta minerale. Lì la temperatura è così alta che, da giugno a settembre, nelle ore più calde nessuno osa fermarsi e quelli che lo fanno rischiano un malore. Tra l’altro, i muri di contenimento sono stati realizzati in mattoni, materiale che accumula il calore diurno e lo rilascia nelle ore serali, col risultato che in Darsena anche durante la notte le temperature sono elevate, col rischio che persino l’acqua ne risenta, con la formazione di alghe moleste. Abbiamo scelto di puntare, come primo step, sull’ombra come una risorsa alla portata di tutti, un requisito per la salute pubblica e un mandato per progettisti e urbanisti.

In Italia ci sono esempi virtuosi di piazze che possono indicare una corretta progettazione?

In Italia siamo molto indietro, ma qualche città ha cominciato a pianificare gli interventi tenendo presente questo problema: pensiamo a Cagliari o a Genova. Gli esempi recenti più virtuosi invece li troviamo a Parigi dove la piazza davanti alla cattedrale di Notre-Dame è stata riprogettata con dei precisi criteri bioclimatici e dove otto piazze sono state fortemente piantumate proprio per creare ombra a beneficio dei cittadini. Ma esperienze simili si trovano anche nel nord Europa e cominciano ad apparire anche a Singapore e laddove i cambiamenti climatici sono più estremi.

Linee d’Ombra è un progetto che nasce dai cittadini. Qual è il processo che avete seguito nell’ultimo anno?

Abbiamo colto al volo l’occasione che ci ha dato il Municipio 5 che ci ha invitato a lavorare su Piazza Olivetti, la nuova piazza dietro la Fondazione Prada, che è per due terzi piantumata e per un terzo minerale. Abbiamo cercato associazioni, società e commercianti particolarmente sensibili al problema e li abbiamo coinvolti in un progetto che abbiamo realizzato durante la settimana d’aprile della Design Week 2024 (sulla piattaforma Instagram se ne trovano ampi stralci). In occasione dell’ultima Green Week abbiamo invece organizzato un seminario sulla progettazione della città in tempi di cambiamenti climatici: voci diverse, con diverse competenze, che hanno dato risposte molto concrete. Stiamo lavorando per restituire con video e documenti i risultati di questo utile momento di confronto tra esperti e tecnici delle varie discipline.

Qual è l’obiettivo del Manifesto che avete lanciato?

Il Manifesto, che è in via di perfezionamento (proprio perché accogliamo pareri e suggerimenti da tutti i nostri incontri), vuole sollecitare l’Amministrazione pubblica a rivedere i progetti in corso secondo le indicazioni che derivano dall’osservazione dei cambiamenti climatici. Abbiamo capito che gli assessorati non si parlano e non si parlano nemmeno coi Municipi e con le Agenzie che svolgono studi scientifici su aria e clima. Inoltre, è anche vero che i progetti in corso sono quelli approvati anche oltre dieci anni fa, quando c’erano governi diversi (ricordiamo che i nove Municipi di Milano sono sotto il Governo di centro sinistra solo da due legislature e che, come sappiamo, il centro destra è piuttosto negazionista).
Ma quello che abbiamo notato è che ancora esiste una modalità progettuale “antica” che proprio non prende in considerazione il problema, lavorando per compartimenti stagni: basti vedere le recenti aree intorno alle uscite della nuova linea metropolitana.
È dunque necessario che i progetti vengano realizzati non solo dagli ingegneri della MM o dagli architetti dell’Assessorato alla Rigenerazione urbana, ma che vengano accolte anche le voci dei tecnici agronomi, dei paesaggisti e degli ingegneri naturalistici. Oltre che quelle dei cittadini, che vivono la città e che ben la conoscono.

Quali sono le prossime azioni che avete in programma?

Durante i prossimi mesi metteremo a punto delle azioni concrete per dimostrare che “si può fare”! Cioè che si può intervenire anche su progetti già realizzati, con l’aiuto di privati illuminati che sono disponibili a finanziare progetti che migliorino il benessere dei cittadini. Il futuro si prospetta “bollente” e la vita in città, durante l’estate, sta diventando insopportabile: bisogna agire concretamente e, soprattutto, rapidamente!

Linee d’Ombra ci invita a ripensare le città in un’ottica più sostenibile, trasformando gli spazi pubblici in luoghi vivibili e di socialità. Il progetto dimostra che il cambiamento è possibile attraverso una collaborazione attiva tra cittadini, amministrazioni e professionisti, con l’ombra come primo, semplice passo per migliorare la qualità della vita urbana. La sfida è rendere queste idee parte integrante della pianificazione urbana, affinché le città del futuro possano essere più accoglienti e sane per tutti. Per maggiori informazioni e rimanere aggiornati sulle iniziative, seguite il profilo Instagram @linee.dombra!