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L’installazione Room For Change Alla Vienna Design Week

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Qualche mese fa abbiamo lanciato la call per la School of Phyto-centered Design, il programma estivo 2023 curato da d-o-t-sLaura Drouet Olivier Lacrouts – per il Design Campus al Pillnitz Palace and Park di Dresda, in Germania. Dal 22 settembre alla Vienna Design Week sarà possibile vedere Room for Change, un’installazione che, oltre a presentare i lavori prodotti dai partecipanti della summer school, invita a cambiare prospettiva: mettere in discussione le pratiche agricole dannose e guardare alle piante come alleate per scenari di design militanti e poetici. (immagine copertina The Avocado Legacy, ph. Benedikt Trojer)

Attraverso esperimenti con i materiali, prodotti, performance, ma anche articoli di moda, video e foto, Room for Change evidenzia il potenziale progettuale e narrativo delle piante e rivela storie di interdipendenza, empowerment, resilienza, ma anche sfruttamento, consumo eccessivo e colonizzazione. A seguire alcuni dei progetti in mostra.

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The Avocado Legacy

Tra i lavori presenti c’è la ricerca condotta da Kareem Goshan, Katherine Lopez, Benedikt Trojer diretti dal designer messicano Fernando Laposse che esplora il potenziale del design come strumento per innescare nuovi dibattiti sociali e ambientali partendo dall’avocado.

Prendendo l’attuale ossessione globale per questo frutto come punto di partenza per la ricerca, il gruppo ha sviluppato una collezione di manufatti che trasformano gli scarti dell’avocado (bucce e semi) in nuovi biomateriali e coloranti naturali. Oltre a evidenziarne le molteplici applicazioni creative, il progetto desidera anche incoraggiare il pubblico a riflettere ulteriormente sulle ripercussioni ecologiche e sociali che producono i nostri stili di vita. L’aumento della richiesta in occidente di questo frutto ha portato deforestazione, perdita di biodiversità e violenza nei confronti delle comunità vulnerabili in Messico. The Avocado Legacy ci ricorda che in un mondo altamente connesso, le nostre scelte come consumatori hanno sempre un impatto.

La collezione cerca anche di tracciare parallelismi – in maniera critica ma ironica – con eventi accaduti nel passato come il colonialismo: l’estetica dei manufatti riprende quella degli oggetti del XVII secolo che sfruttavano materiali preziosi ed esotici per la creazione di prodotti legati a miti e credenze esoteriche, lontane dall’utilizzo culturale originale del materiale.

The Harvest

Un altro dei progetti che sarà possibile vedere presso Room for Change è The Harvest, una collezione di moda che celebra le piante, la stagionalità e il decadimento, nata dalla collaborazione tra otto designer creativi internazionali – Davide Balda, Jaqueline Lobodda, Deborah Egger, Sahra Jajarmikhayat, Ano Jishkariani, Chi Tran, Sujia Wang, Dana Zoutman – sotto la direzione artistica della designer francese Emma Bruschi, vincitrice del 19M Prix des Métiers d’Art de CHANEL al 35t Festival International Fashion, Photography, and Fashion Accessories – Hyères 2020.

Ispirati dalla natura circostante, i designer hanno reinterpretato fibre e materiali naturali di origine vegetale e tecniche tradizionali – come intrecciare, tessere, filare, usare l’uncinetto – con un linguaggio contemporaneo. Il risultato sono sei “look” sperimentali e poetici che celebrano i concetti di reciprocità e simbiosi con la natura. La collezione evidenzia il potenziale creativo e narrativo del mondo vegetale, riscoprendo la storia e le possibilità tecniche delle piante nella produzione tessile e nella moda.

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Gli altri progetti esposti a Room For Change

Tra gli altri lavori sarà possibile vedere una selezione di sperimentazioni materiali e prototipi – sviluppati durante l’edizione 2023 della School of Utopias – che rivelano parte del processo di ricerca dietro gli oggetti protagonisti dell’installazione. Il Manifesto del Phyto-centred Design di do-t-s, in collaborazione con Matthieu Visentin (design grafico), che mette in discussione la visione antropocentrica dominante del mondo occidentale e invita i creativi a riformulare la propria relazione con gli esseri non umani e in particolare con le piante. We Are All Lichens, una bandiera tessile, risultato della ricerca di Natalia Cerda Milla. Chita’ Anyaman, braiding tales di Evey Kwong, una collezione di indumenti indossabili intrecciati con le foglie di palma. Il film Plant Circus di Katharina Mludek, Katrin Schwarz, Julia Sulikowska che ritrae una giornata tipo al Palazzo e Parco di Pillnitz, tra finzione e realtà.

Per lo spirito e il formato dell’installazione Room for Change, è stata fatta la scelta consapevole di non acquistare nuove piante ma di ospitare temporaneamente quelle esistenti, prestate dallo studio di design mischer’traxler di Katharina e Thomas con sede a Vienna, che torneranno nella loro sede dopo la fine della Vienna Design Week.

Non perdete Room For Change e i risultati della School of Phyto-centered Design curata da d-o-t-s, visitate l’installazione presso il Festival Headquarters, Prater 2, Laufbergergasse 12 e seguite lo studio su Instagram!

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