Quando un professionista della grafica deve utilizzare un logo di un brand non si limita solo a scegliere la posizione più adatta sul foglio o il colore di sfondo migliore, ma deve anche seguire l’identità visiva dell’azienda – spesso racchiusa in un brand manual, documento che raccoglie le regole e le istruzioni su tutti gli aspetti grafici e identitari del marchio. Ma cosa succede ai loghi quando incontrano il mondo reale, quando escono dai manuali di identità aziendale, dalle agenzie di branding, dai portfolio dei designer? Quando incontrano i meme, la contraffazione, le proteste, la moda, la cultura pop o la controcultura? Michele Galluzzo, graphic designer e ricercatore, ha provato a rispondere a queste domande con una serie di “Note per una storia sociale della visual identity”, sottotitolo del nuovo libro Logo In Real Life, pubblicato da Krisis Publishing, in uscita il 19 di novembre.
Con la prefazione di Chiara Alessi e l’editing di Silvio Lorusso – precedentemente su WeVux con la pubblicazione What Design Can’t Do – il libro Logo In Real Life è una contro-narrazione in cui le icone della grafica diventano “opere aperte”. In una sorta di archivio partecipato – nato prima in digitale su Instagram e ora anche libro – fatto di storpiature, rip-off e détournement, Michele Galluzzo mostra i loghi in una veste inedita: non come oggetti intatti frutto del genio di professionisti e maestri, ma come forme liquide che emergono dal basso in dialogo con il pubblico e con il proprio contesto.
In 280 pagine possiamo scoprire capitoli come: Il contagio Pirelli. Breve storia sociale di una P dalla forma del tutto insolita; Plagiare, attaccare e scucire Fiorucci. Analisi di un’identità virale; ma anche Loghi vagabondi. Perdere per strada Commodores, Louis Vuitton e Coca Cola oppure I loghi fuori. La grafica anti-autoriale dei movimenti LGBTQIA+, per citarne alcuni.
Chiara Alessi nella prefazione spiega:
[…] è una storia sociale, è un insieme di saggi, è un atlante, e in qualche forma è anche il racconto del lavoro del suo autore. Solo che non è il lavoro di un grafico e nemmeno un lavoro sulla grafica politica, ma se mai, mi verrebbe da dire, usando le uniche parole che ho per dirlo, sulla politica della grafica. E, secondo me, “noi siamo qui”
In un estratto del testo Michele Galluzzo precisa:
Fare attenzione alle manifestazioni del disordine che invece emergono dalla storia sociale della visual identity – o della grafica in senso lato – a maggior ragione può essere utile a riconoscere lo stato in cui versa la disciplina della progettazione grafica oggi, uno stato confusionale, uno scenario disordinato.
Se pensiamo alla dualità del logo, in quanto da un lato è un possibile simbolo virale di una determinata brand identity, ma dall’altro anche (proprio per la sua riconoscibilità) griglia di partenza per meme, contenuti satirici e sarcastici, il libro Logo In Real Life diventa una vera e propria raccolta di storie, una narrazione visiva dei nostri sentimenti, della nostra ironia, del rapporto che abbiamo con i brand e la loro immagine. Logo In Real Life è acquistabile qui, potete vedere un’anteprima dei loghi sul profilo Instagram del progetto. Per maggiori informazioni visitate il sito di Michele Galluzzo e seguitelo su Instagram!