Tra le cause della mancanza di alimenti ci sono gli effetti del cambiamento climatico, tra cui la siccità, e l’adozione di pratiche sbagliate di sfruttamento dei suoli agricoli. L’assenza di stagioni piovose e l’aridità dei suoli, dovuta all’agricoltura intensiva, determinano la fame e la malnutrizione di molte popolazioni del sud del mondo che già versano in condizioni di povertà. La FAO dice che l’insufficienza di cibo inginocchia oltre 800milioni di persone in tutto il mondo.
Da questi precetti nasce quindi il progetto Roots Up che un team di ricercatori sta portando avanti all’Università di Gondar, Etiopia: si tratta di una tecnologia a basso costo che gli scienziati etiopi stanno testando per ottenere acqua per irrigare e da bere grazie all’uso di una particolare serra. La forma della struttura permette alla rugiada di condensarsi e, trasformandosi in acqua, di venire accumulata dentro dei serbatoi. Di giorno, la serra mantiene un’atmosfera controllata e regolare con cui le piante possono crescere e svilupparsi. Questo potrebbe risolvere il problema dell’insufficienza alimentare lì dove le coltivazioni sono soggette alla variabilità del clima e all’assenza di acqua, inoltre, gli agricoltori che aderiranno al progetto potranno garantire alla loro comunità un approvvigionamento costante e sicuro di verdura fresca. La serra è dunque uno strumento utile, autocostruibile, che non inquina e non danneggia il suolo e che potrebbe portare ad una rivoluzione nell’autoproduzione di frutta e verdura. Un progetto intelligente ed innovativo che tiene in primo piano l’uomo ed il suo rapporto con la natura, nel rispetto di entrambi.
https://www.youtube.com/watch?v=UPiCoKL2hzU
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(via lifegate)