LITTLE SIGNALS, per un’interazione migliore con la tecnologia

Il rapporto con la tecnologia è diverso per ognuno di noi e per molti è spesso problematico, ma nei prossimi anni potremmo vedere dei cambiamenti reali. Un esempio recente è il progetto Little Signals, di Google’s Seed Studio in collaborazione con il londinese Map Project Office, che sperimenta nuove modalità di interazione con la tecnologia.

Il risultato sono sei concept in grado di coinvolgere delicatamente i sensi, facendo uso di movimento, ombre e suoni, per farci sapere quando le nostre vite digitali hanno bisogno di attenzione. Little Signals, infatti, si basa sulla Calm Technology: l’idea si ispira ai suoni degli oggetti quotidiani, come la teiera o l’orologio, in grado di segnalarci in maniera poco invasiva che il té è pronto, o che è ora di svegliarsi. L’obiettivo è quello di rimanere informati mantenendo momenti di calma.

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Il progetto speculativo Little Signals si compone di sei oggetti:

– AIR, interagisce con uno sbuffo d’aria nell’ambiente circostante. Come un soffio su una foglia, per avvisarti che è arrivata una notifica.
– BUTTON, aumenta il suo volume e suona quando è pieno di informazioni, a cui si può accedere roteando il tappo verso destra e sinistra.
– MOVEMENT, è costituito da sette piccoli pioli che possono rappresentare i giorni del calendario o un conto alla rovescia… Attraverso il loro movimento e cambio di altezza possono comunicare insieme o in maniera indipendente.
– RYTHM, un generatore di suoni, che attraverso frequenza e volume comunica l’importanza dell’informazione. Basta girarlo a testa in giù per spegnerlo.
– SHADOW, un oggetto che comunica tramite la creazione della propria ombra, che si muove a seconda della tipologia di informazione.
– TAP, batte sulle superfici intorno a sè, del tavolo, della bottiglia, per avvisarti. Un tap più forte significa una notizia più urgente.

Little Signals è un progetto speculativo molto interessante che offre una nuova prospettiva sulle interazione future tra noi e la tecnologia. Per saperne di più potete visitare il sito del progetto.

All imagery courtesy of Google and Map Project Office
Photography by Taran Wilkhu 

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