ORANGE FIBER, tessuti dagli scarti di agrumi

Di recente abbiamo visto alcuni progetti che utilizzano gli scarti alimentari per creare nuovi materiali, per lo più prototipi e start-up. Oggi parliamo di Orange Fiber s.r.l, un’azienda con sede a Catania costituita nel 2014 da Adriana Santanocito e Enrica Arena, che recupera gli scarti della spremitura degli agrumi e li trasforma in magnifici tessuti, scelti da brand come Ferragamo e Marinella per le proprie collezioni.

Grazie ad una sperimentazione nel 2012, in collaborazione con il Politecnico di Milano, le due giovani imprenditrici sviluppano un innovativo processo per creare un tessuto utilizzando le oltre 700mila tonnellate di sottoprodotto che l’industria di trasformazione agrumicola produce ogni anno in Italia, e che altrimenti andrebbero smaltite. Nel 2013 l’azienda deposita il brevetto in Italia, esteso poi nel 2014 a brevetto internazionale. A dicembre 2015 apre il primo impianto pilota in Sicilia.

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L’azienda ricava dalla spremitura una materia prima simile alla cellulosa, che viene estratta nello stabilimento di Catania. Questa cellulosa viene poi spedita ai partner dell’azienda in Nord Europa, che si occupano di trasformarla in fibra. A quel punto il materiale torna in Italia per essere filato e il prodotto finale viene venduto alle aziende. Le varianti di tessuto finora prodotte comprendono un raso e un popeline – ottenuti tessendo il filato insieme alla seta comasca e al cotone – e un twill 100% Orange Fiber. Tutti i tessuti sono di colore bianco naturale ed è possibile poi tingerli, stamparli, colorarli e lavarli come quelli tradizionali.

Nel corso del tempo gli sforzi dell’azienda sono stati più che riconosciuti, con diversi premi, dal Premio Nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi” 2016 (Design italiano) – Repubblica Italiana, ADI, Associazione per il Disegno Industriale fino a quello nella prima edizione del Global Change Award della H&M Foundation che ha riconosciuto all’azienda un contributo di 150mila euro. Nel 2017 la Ferragamo Orange Fiber Collection è stata inserita anche tra le 300 opere della mostra “Fashion from Nature” al V&A Museum di Londra.

Paragonato alle fibre cellulosiche artificiali esistenti, Orange Fiber non sfrutta le risorse naturali, ma riutilizza un sottoprodotto, riducendo così lo sfruttamento di terra e acqua e l’uso di pesticidi inquinanti, problemi critici nella prima fase di produzione dell’industria tessile. In contemporanea alla presentazione del prodotto sul mercato, l’azienda si impegna a completare il processo di ricerca e sviluppo, ottimizzando i costi di produzione e iniziando a replicare il modello in Italia e all’estero.

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Immagini di Orange Fiber, Vincenzo Leonardi e H&M

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