PIAZZA D’ACQUA, quando l’architettura interagisce con la natura

E se l’architettura e gli spazi urbani intorno a noi reagissero e comunicassero con i cambiamenti climatici a cui sono soggetti? Possiamo avere una risposta interessante a questa domanda se ridefiniamo il legame tra acqua e città. Come cittadini siamo abituati ad infrastrutture nascoste al nostro occhio, non tanto le tubature quanto le cisterne e i bacini sotterranei per immagazzinare l’acqua. Ripensare questo legame significa provare a rendere queste strutture reattive, magari integrandole a spazi multifunzionali e attività per il quartiere. La risposta esiste già ed è la Piazza d’acqua, qui di seguito vi mostro due esempi efficaci, utili, ma soprattutto esteticamente ben riusciti.

Uno dei primi progetti nati con lo scopo di rendere visibili queste infrastrutture nascoste è la Benthemplein Water Square o Waterplein (piazza d’acqua in olandese) a Rotterdam. Completato nel 2013, l’intervento è stato presentato per la prima volta alla Biennale Internazionale di Architettura di Rotterdam (IABR) 2005, in cui il tema era appunto il rapporto acqua-città. Il progetto ha una doppia funzione: generare qualità per l’ambiente e la comunità mostrando il risultato degli investimenti pubblici per lo stoccaggio dell’acqua. De Urbanisten, lo studio dietro l’intervento, ha sviluppato l’idea attraverso un processo partecipativo con il comune, la comunità del quartiere e le attività del luogo, cioè due licei, una chiesa e una palestra. Il risultato di questo percorso è un intervento urbano che conta tre bacini per l’acqua piovana, due poco profondi che raccolgono l’acqua ogni volta che piove, e uno più profondo che viene attivato quando la pioggia è costante.

c

c

Dopo la pioggia, l’acqua dei due bacini minori confluisce in un dispositivo di infiltrazione sotterranea e da qui finisce gradualmente nelle falde acquifere. In questo modo il bilancio idrico sotterraneo viene mantenuto a livello e può anche far fronte a periodi di siccità. Questo inoltre aiuta a mantenere gli alberi e le piante della città in buone condizioni, e di conseguenza a ridurre l’effetto isole urbane di calore (di cui ho parlato qui). L’acqua del bacino profondo invece rifluisce nel sistema di acque libere della città dopo un massimo di 36 ore, per garantire la salute pubblica. Quando è asciutta, la piazza è una vera e propria festa: la prima vasca presenta un fondo inclinato ed è adatta a skateboard e sport su ruote. Il secondo bacino presenta due livelli orizzontali, perfetti per ballare. Il terzo invece è un vero e proprio campo sportivo adatto a calcio, pallavolo e basket, ma anche un grande teatro, grazie alle disposizioni delle gradinate. Il progetto è stato arricchito poi con nuove aiole e alberi per garantire spazi più intimi al riparo dal sole, dove rilassarsi.

Un intervento interessante che ci mostra come sfruttare un elemento naturale per dare indentità ad un quartiere ma anche generare nuovi spazi per la comunità. Se vogliamo fare un altro passo in avanti però, non dobbiamo limitarci a pensare a “mostrare” le infrastrutture nascoste, ma anche crearne di nuove. Questo è quello che ha fatto un altro studio olandese, MVRDV, per il progetto Tainan Spring (di cui ho parlato qui). In questo caso, l’intervento ha previsto la trasformazione di un ex centro commerciale nel centro città, a Tainan, Cina, in una laguna urbana. L’obiettivo è quello di ricollegare la città con la natura e il suo lungomare, anche attraverso la progettazione del verde, che trasformerà lo spazio pubblico in una giungla lussureggiante. Il parcheggio sotterranneo dello shopping mall è diventato quindi una piazza che risponde alle stagioni: il livello dell’acqua sale e scende a seconda della piovosità e in estate sono in funzione i nebulizzatori per rinfrescare l’ambiente, permettendo alla comunità di godere dell’intervento.

Come abbiamo visto, la piazza d’acqua è senza dubbio una tipologia interessante che può dare nuova vita ai quartieri urbani. Per le sue caratteristiche poi è un luogo multifunzionale, in grado di attivare programmi diversi e creare alternative valide ai ritmi delle grandi città. In un periodo segnato dal cambiamento climatico, ancora una volta l’architettura e il design ci mostrano un modo per ripensare in maniera più sostenibile gli spazi che viviamo, attraverso l’uso della natura come elemento principale del progetto.

c

Back to Top