RISACCA LAB, salvare il mare trasformando i rifiuti in risorsa

Risacca nasce un anno fa da un’idea di Carlo Roccafiorita, Cristiano Pesca e Federica Ditta, tre professionisti under 35 con background in design, rigenerazione e impatto. La loro missione è ambiziosa, promuovere soluzioni innovative sul riuso e riciclo degli scarti dell’industria ittica, dalle reti da pesca alla plastica recuperata in mare, creando anche un impatto sociale ed economico positivo.

Il progetto nasce a Mazara del Vallo e non è un caso: la città, storicamente legata all’industria ittica, da diversi anni deve combattere una grave crisi, tra disoccupazione, calo dell’indotto e mancato ricambio generazionale. Come spiega Carlo, manager del progetto, “Oggi più che mai dobbiamo essere resilienti e introdurre innovazione può aiutarci a trovare soluzioni in grado di generare lavoro e tutelare l’ambiente. Con Risacca abbiamo disegnato un processo che consentirà di trasformare le reti in risorsa, generando impatto sociale”. Continua Federica, designer – “A Mazara ogni anno vengono prodotte più di 10 tonnellate di reti da pesca, i cui oneri di smaltimento gravano sulle economie dei pescatori, a volte spinti a ricorrere a metodi di smaltimento illegali.”

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È da queste osservazioni che nasce l’obiettivo del progetto: dare una seconda vita alle reti da pesca per creare nuove opportunità di lavoro e tutelare l’ambiente. Il team ha collaborato con armatori, pescatori, artigiani con l’obbiettivo di creare un laboratorio unico, in grado di dare nuova vita al settore, diversificando il mercato e facendo rivivere le tradizioni. Lo spazio, Risacca LAB, sorgerà nel parco rigenerato di Periferica, già luogo d’innovazione locale. La visione del team però punta a replicare questo laboratorio, che sorge in un container, in ogni porto italiano. A Mazara ci sarà il primo test.

Al momento è possibile sostenere il progetto Risacca attraverso una campagna di crowdfunding che potete trovare sulla pagina dedicata di produzioni dal basso. Donando potete scegliere tra le ricompense: borse in rete fatte a mano, esperienze, elementi stampati in 3D, attività di formazione. Per i più creativi c’è anche la possibilità di partecipare alla trasformazione del container in laboratorio, scoprendo Mazara in sette giorni. C’è tempo fino al 13 febbraio per salire a bordo e promuovere questo giovane progetto d’innovazione, che merita il sostegno di tutti!

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