STUDIO GILLES WERBROUCK: arredi e knitwear design

Questo articolo è stato scritto per Salone del Mobile.Milano e precedentemente pubblicato sulla piattaforma salonemilano.it

Nel 2018, a seguito di una formazione nel campo della moda, per essere più specifici, nel knitwear design, ed esperienze internazionali e non, a Como, Shanghai e Anversa, Gilles Werbrouck fonda a Bruxelles l’omonimo studio. L’obiettivo della sua produzione è quello di mantenere l’attenzione sul filato (yarn) applicando le sue conoscenze al mondo degli interni.

Un chiaro esempio di questo metodo è il progetto Lamp, una serie limitata di lampade prodotte in collaborazione con il visual artist Hugues Loinard e vincitore del secondo premio del SaloneSatellite Award. Una collezione limitata realizzata grazie all’unione di due diverse tecniche e materiali, gesso e nastri di videocassette (VHS). 

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Lamp, design Studio Gilles Werbrouck with Hugues Loinard, photo Miko Miko Studio

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Con un background nel Fashion e Knitwear Design, il tuo studio è specializzato nei “tessuti a maglia per interni”, dagli accessori ai mobili di grandi dimensioni. Qual è il ruolo della moda nel tuo lavoro?

Tutto è cominciato con la laurea in fashion design. Durante l’ultimo hanno ho svolto un tirocinio presso una designer a Bruxelles specializzata in maglieria (knitwear), ed è grazie a lei che è nato il mio interesse. Ho deciso quindi di seguire due Master’s degree in Knitwear Design, uno alla Royal Academy of Fine Arts di Bruxelles e l’altro alla Nottingham Trent University in Inghilterra. In questo modo sono riuscito ad acquisire tutte le conoscenze necessarie per sperimentare le diverse tecniche di lavorazione (uncinetto, maglieria domestica e industriale, finiture).

Dopo aver lavorato nel settore della moda per quattro anni ho deciso di avventurarmi in un progetto personale: trasferire e applicare all’arredamento di interni tutto quello che avevo imparato nella moda. L’aspetto interessante di questo cambiamento è stato poter sperimentare su scala più ampia, incorporando il tessuto a maglia nello spazio e non limitandomi al progetto di un indumento. Lavorare su pezzi sperimentali permette anche una più ampia scelta di filati o altri materiali.  

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Che valore ha quindi il filato nella fase di progettazione?

Si tratta di una delle decisioni più importanti del processo. Tornando a quanto ho detto prima, è la ragione che ha motivato il mio interesse per la maglia.

Per me l’aspetto affascinante del knitwear è la forte connessione tra designer e lavoro. Scegli tu il filato, il colore, il modo in cui sarà lavorato, la tecnica usata e la finitura. Invece di scegliere un tessuto già fatto, realizzi tu il tessuto esattamente come vuoi che appaia alla fine.

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Come designer, che cosa significa al giorno d’oggi progettare mobili contemporanei? Qual è il tuo punto di vista?

Ben presto, quando ho iniziato a creare elementi di arredo, mi sono appassionato all’idea di realizzare design da collezione. Niente produzione di massa: ogni pezzo è unico, costruito a mano facendo uso di scarti di filati recuperati a fine stagione dall’industria della moda, oppure materiali non convenzionali come il nastro VHS.

Con il nastro VHS, in particolare, l’idea è stata quella di creare un oggetto nuovo usandone uno obsoleto, dandogli un nuovo spazio e una nuova funzione. Credo che sia importante creare in modo responsabile: come designer ho lo scopo di realizzare nuovi pezzi che trovino spazio nel mondo, quindi è importante pensare come saranno fatti, che materiali saranno utilizzati e come farlo in modo sostenibile.

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Studio Gilles Werbrouck stand, SaloneSatellite 2022, photo Miko Miko Studio

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A Milano hai presentato la collezione Lamp: parlaci del tuo approccio al design attraverso questa serie di prodotti.

La collezione Lamp ha preso forma spontaneamente dopo il lockdown in Belgio. Stavo lavorando ad una serie di pezzi realizzati con nastri VHS quando ho conosciuto Hugues Loinard.

Hugues è un artista visivo che in quel momento stava lavorando ad una serie di modellazioni in gesso e jesmonite. Dopo un po’ abbiamo pensato di collaborare e di creare oggetti che unissero le nostre tecniche.

Per prima cosa abbiamo realizzato una lampada, che si è poi trasformata in una serie limitata. Da quel momento la nostra regola è stata di utilizzare 1 filmato per 1 lampada. Se il film era breve era corta anche la lampada, e viceversa, il che significava che non avrei potuto creare due volte la stessa forma.   

La cosa interessante nell’utilizzare i nastri VHS è che contengono ricordi: un film guardato con la famiglia, l’azione di riavvolgere il nastro, i litigi su quale videocassetta noleggiare, un evento importante videoregistrato, ecc. Purtroppo con il tempo abbiamo smesso di usare le cassette VHS, che sono rimaste a raccogliere polvere o sono state gettate via. Questo è un modo di dare loro una nuova funzione.

Il motivo per cui abbiamo usato la jesmonite per la base dei prodotti è che si solidifica molto rapidamente. Una volta terminata la parte ad uncinetto, Hugues modellava la base versando sopra il materiale. In questo modo si creava un motivo casuale che rendeva ciascuna lampada ancora più originale e unica.

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Che impressioni ti sono rimaste da questo Salone del Mobile? Come è stato partecipare al SaloneSatellite?

Mi ha dato buone prospettive per il futuro. Ci sono stati tanti nuovi contatti e ho un paio di progetti per il futuro, ed era quello in cui speravo. L’obiettivo ora è lavorare a nuove creazioni.

Per quanto riguarda il SaloneSatellite, non voglio dire una bugia: vincere il secondo premio è stata una grossa sorpresa e una vera benedizione! Siamo designer giovani e dobbiamo dare prova di noi stessi: partecipare al SaloneSatellite ci dà credibilità. Ha attirato molta attenzione sul mio lavoro e sul lavoro degli altri designer belgi dello stand di Belgium is Design, il che è fantastico.

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A cosa stai lavorando attualmente?

Al momento sto lavorando ad una nuova versione/serie della collezione Lamp che ho esposto al SaloneSatellite, e anche a dei nuovi tappeti da parete.

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