TIPSTUDIO, dove poesia e materia diventano progetto

Dal connubio tra una visione del progetto più poetico-narrativa e una più materico-artistica, nasce Tipstudio, co-fondato da Imma Matera e Tommaso Lucarini. Il duo creativo, fiorentino per adozione, opera in diversi campi del design con un approccio molto sperimentale, ma contemporaneo. Dopo un percoso di studi ricco e molto variegato, i progettisti si conosco nel 2017 all’interno dello studio viareggino Gumdesign, con cui entrambi stavano collaborando.

Imma nasce a Matera, ed è da sempre affascinata dalla tradizione, dai rituali e dalla poesia che la sua terra le trasmette. Frequenta la facoltà di Architettura presso La Sapienza di Roma laureandosi in Disegno Industriale e poi specializzandosi in Product Design. Successivamente lavora in diversi studi di progettazione a Roma, per arrivare poi a Firenze, dove inizialmente collabora con IED Firenze come tutor del Master di Design per l’alto artigianato. Queste esperienze le permettono di affinare la sua pratica legata all’aspetto narrativo ed emotivo lavorando sia su progetti di edizione limitata che per grandi aziende. Tommaso invece cresce nella fonderia artistica di famiglia circondato da laboratori e arte. Questo lo porta ad avere un interesse maggiore verso gli aspetti più manuali del progetto. Frequenta quindi l’ISIA di Firenze e partecipa ad esperienze di studio in Finlandia. Subito dopo il diploma collabora prima con diversi studi per poi spostarsi a New York dove ha modo di lavorare nello studio di Gaetano Pesce. É in questa occasione che approfondisce la sua visone artistica, critica e sperimentale nel mondo del design.

Dall’incontro dei due designer nasce appunto Tipstudio, che è proprio caratterizzato dalle peculiarità di ciascuno dei due. Come ci dicono, il loro approccio è quasi complementare e crea una buona complicità e un buon bilanciamento a livello progettuale. Mentre Imma riesce a portare al progetto una visione più emozionale e poetica, Tommaso contribuisce in maniera più materica e scultorea. L’unione dei due approcci crea un risultato unico e originale. Nonostante i progetti siano diversi, sintesi di esperienze quotidiane, di confronto, dialogo e critica reciproca, i due cercano di adottare un metodo che rimane quasi sempre lo stesso:
“…ci basiamo su una ricerca continua dove alla forte componente narrativa legata agli aspetti sociali e culturali di un luogo si intreccia un’esperienza diretta sulla materia e le sensazioni che questa crea con la persona”.

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Per spiegare meglio il loro approccio abbiamo selezionato tre progetti da mostrare. I primi due si chiamano AFFASCINO e APOLLINEO, entrambi sono fortemente ispirati dalle tradizioni del Sud Italia. Affascino è una collezione in bronzo e borosilicato pensata per trasformare oggetti di uso quotidiano in un rito di purificazione per l’uomo e la casa. La collezione è composta da un fornello a carbone, una saliera e un bicchiere magico. Gli oggetti, ricchi di simboli, fanno riferimento al rito della fascinazione – potete leggere di più a riguardo sul sito di Tipstudio. Apollineo invece è un vero e proprio omaggio al Mediterraneo: si tratta di una collezione caratterizzata dai colori caldi come il sole del sud, e da volumi puri, forme segnate dal tempo, corrose dall’acqua e dal vento. Le superfici decorate a mano con luminose maioliche con motivi geometrici creano un originale gioco di riflessi, luci e ombre, scanalature e sfaccettature tridimensionali, dall’estetica fresca, marina. Come possiamo vedere, il territorio rappresenta per lo studio un archivio infinto dal quale attingere ogni volta, “…è l’incipit di ogni progetto che realizziamo.”

Affascino e Apollineo sono il riflesso di questa visione. Sono progetti nati da una lettura del territorio da un lato folkloristica e dall’altro architettonica, ma non solo. Quando si parla di territorio bisogna considerare anche i saperi manuali tipici di quel determinato luogo, proprio per questo Tipstudio ama l’idea di scoprire sempre nuovi artigiani locali con cui realizzare i propri progetti. In Apollineo, per esempio, il duo indaga il territorio anche da un punto di vista produttivo accostando digitale e analogico: alla pietra leccese lavorata a controllo numerico sono accostate delle piastrelle in ceramica fatte e decorate completamente a mano.

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Un’altra collezione molto interessante è Secondo Fuoco, realizzata in collaborazione con la Fonderia Artistica Versiliese, un lavoro in cui il vero progetto è la ricerca stessa. Si tratta di un’indagine che punta a rivalorizzare le scorie, scarti di produzione considerati rifiuti speciali, cercando di preservarne la conformazione, e gli aspetti estetici, materici e sensoriali senza alterarne stato o natura. Gli oggetti finora realizzati sono il risultato di un percorso iniziato oltre un anno e mezzo fa e tutt’ora in corso per cercare nuovi sviluppi. La prima fase del progetto è stata fondamentale, fatta di test su campioni e processi volti ad individuarne i limiti e le possibilità di ognuno. I pezzi della collezione infatti sono realizzati con processi diversi, alcuni più rapidi altri più complessi e lunghi ma con una maggiore versatilità. Lo studio descrive Secondo Fuoco come un progetto continuo, mutevole. A dimostrazione di ciò, la nuova collezione di Secondo Fuoco sarà presentata ad Alcova durante il prossimo Fuorisalone, Milano, settembre 2021.

Come altri progetti di design contemporaneo, anche questo ha l’obiettivo di rivalorizzare uno scarto industriale. Tipstudio ci racconta da cosa nasce questo interesse:
Un po’ per nostra natura, un po’ per attrazione materica/fisica ma soprattutto da una critica ad un sistema produttivo, quello passato e in parte quello presente, volto all’eccesso, allo sfruttamento intensivo delle risorse e più in generale al poco rispetto nei confronti dell’ambiente. Crediamo che oggi il ruolo del designer e del progetto sia anche quello di sensibilizzare le persone, di invitarle in modo più o meno consapevole ad una riflessione sullo stato delle cose. Scarto, sfrido, avanzo, sono solo appellativi che noi diamo a materiali considerati tali dal sistema all’interno del quale vengono sfruttati. In realtà questi preservano delle qualità estetiche uniche: piccoli tesori che meritano di essere rivalorizzati, inclusi nuovamente nella società che li ha scartati. In questa ottica nascono alcuni dei nostri progetti come la collezione Rugs o Perpetua dove invece di utilizzare dei materiali vergini si recuperano scarti della filiera artistica del marmo.

Come è evidente, Tipstudio è l’insieme di due professionisti che, nonostante la giovane età, in quattro anni hanno già costruito un portfolio di progetti originali, identitari, non solo da un punto di vista estetico, ma anche critico. Le collezioni, alcune più decorative e altre più materiche, raccontano in maniera armonica la collaborazione tra Imma e Tommaso. Il loro spirito critico e la loro passione vengono unite dalla continua ricerca, che li aiuta a sviluppare dei prodotti che parlano da sè.

Lo studio ha solo 4 anni, ma siamo sicuri che sentiremo parlare molto di loro in futuro. A riprova di ciò, oltre che ad Alcova al Fuorisalone, potrete trovare il duo ad aprile insieme al gruppo Nèo Design Italiano alla Digital Exhibition di 5Vie, a Milano. Ad Agosto saranno impegnati tra la Puglia e la Basilicata per una residenza artistica dove sperimenteranno tecniche di lavorazione con materiali tipici dei luoghi. Il mese dopo, a Settembre, presenteranno due nuove collezioni in pietra e legno, finalizzate ad un’esposizione che si terrà a Roma.

Intanto se volete sapere di più riguardo lo studio o scoprire i loro progetti potete visitare il loro sito o la loro pagina Instagram.
Cover e foto di Nicolò Panzeri

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