VENICE TAP WATER, l’importanza dell’acqua  

La maggior parte di noi è abituata ad avere acqua potabile buona sempre a disposizione, basta aprire il rubinetto di casa. Questa abitudine però ci ha portato a dimenticare l’origine, il ciclo di vita e il valore di questa risorsa naturale, la cui conservazione e fruizione, anche per la Costituzione Italiana, non può essere di pochi, per pochi.

Venice Tap Water è un’idea di Marco Capovilla che prende forma nell’estate del 2019. Il progetto prosegue l’impegno di Venezia Pulita, gruppo Facebook fondato da Capovilla, di aiutare i veneziani e i turisti a distriscarsi nelle questioni ambientali, creando consapevolezza – e possibilmente qualche buona abitudine. L’obiettivo principale di Venice Tap Water è di ridurre l’impatto che ha l’acqua in bottiglia, sia essa in plastica o in vetro.

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Il progetto nasce perché i visitatori di Venezia (30 milioni circa all’anno) non sono minimamente informati sulla potabilità (e bontà) dell’acqua pubblica di rubinetti e fontane. Al contrario, molti cittadini sono scettici su questi punti e, come evidenzia anche Capovilla, questo è provocato anche dal fatto che siamo costantemente bersagliati dalle pubblicità legate all’acqua in bottiglia e alle sue proprietà, ma dov’è la comunicazione per la promozione e salvaguardia della risorsa pubblica?

Oggi come oggi, ogni giorno, a Venezia entrano decine di metri cubi di acqua confezionata e spazi pubblici strategici, come gli imbarcaderi, presentano distributori automatici di bottiglie da mezzo litro. Se l’amministrazione pubblica locale installasse delle fontanelle, manderebbe un messaggio forte e sarebbe vista come un’azione sostenibile, uno statement.

Il costo ambientale dell’acqua confezionata non si limita al volume di rifiuti in plastica da riciclare, che sono comunque da trasportare e processare; a questo si aggiunge la produzione dell’acqua in bottiglia (energia e materiali) e il trasporto alla destinazione finale. 

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L’obiettivo di Venice Tap Water è eliminare il problema alla fonte e non riciclare, perché spesso non è solo riciclo, ma può essere anche downcycle: se lavoro meccanicamente le bottigliette in plastica produrrò un materiale con un valore minore rispetto lo scarto e con dei costi maggiori rispetto la prima produzione. In poche parole, con questa tipologia di riciclo spendo di più per creare un materiale di qualità inferiore rispetto lo scarto, forse non la soluzione migliore.

Il progetto di Marco Capovilla è molto semplice: sono state raccolte informazioni e dati ufficiali che sono state poi inserite in un sito, da cui è possibile scaricare due volantini e consultare la mappa delle 126 fontanelle di Venezia (più 60 nelle isole intorno). Il risultato è che molte strutture ricettive che hanno aderito, dagli hotel ai B&B, confermano che effettivamente hanno notato un calo importante della quantità di bottiglie di plastica usate rispetto a prima dell’introduzione del volantino.

Come anticipato, Venice Tap Water è un’idea semplice, ma estremamente efficace. Molto spesso non ci rendiamo conto che mancano delle informazioni fondamentali alle persone per vivere in maniera più sostenibile. A volte non serve creare soluzioni impegnative e costose, ma raccogliere i dati già esistenti e comunicarli in maniera chiara e semplice. Un esempio che tutte le città dovrebbero seguire.

Per saperne di più e consultare la mappa visitate Venice Tap Water e seguite il progetto su Instagram!
Cover by Ricardo Gomez Angel 

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