{"id":56637,"date":"2019-06-11T09:13:52","date_gmt":"2019-06-11T07:13:52","guid":{"rendered":"http:\/\/wevux.com\/?p=56637"},"modified":"2019-06-10T22:09:52","modified_gmt":"2019-06-10T20:09:52","slug":"forma-sostanza-o-stile","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/wevux.com\/forma-sostanza-o-stile0056637\/","title":{"rendered":"FORMA, SOSTANZA O STILE"},"content":{"rendered":"\n

In un recente articolo in italiano su “Gli Stati Generali”, progetto che unisce giornalismo professionale e partecipativo, \u00a0Chiara Alessi, critica ed esperta di design, parla di forma e sostanza. Nonostante il titolo sia molto azzeccato e promettente, Tesoro, ci siamo persi la forma (ed \u00e8 un problema di sostanza)<\/a><\/em>, <\/strong>Chiara liquida in un breve testo la questione forma-sostanza, cos\u00ec breve da non riuscire ad esprimere nessun concetto se non un\u2019analisi superficiale e confusionaria. <\/p>\n\n\n\n

Parlando di forma, Chiara vuole battezzare gli anni \u201810, caratterizzati dalla multidisciplinariet\u00e0 e dalla contaminazione. I progetti di quel periodo mancano di una forma definita o caratterizzante, perci\u00f2 decide di chiamare la decade con la parola Amorfismo. La definizione \u00e8 corretta se descritta come: \u201cla condizione dell\u2019amorfo, come non scelta, in realt\u00e0 non porta alla non forma – ma a una forma non controllata, subita, trascurata a tal punto che non abbiamo neanche un nome per definirla.\u201c MA Chiara continua dicendo \u201cMi interessa ricordarvi che la forma (anche la pi\u00f9 perversa e disturbante in alcuni casi), la forma quanto pi\u00f9 \u00e8 forte pi\u00f9 vince, che se non bastessero i risultati politici (EH?), basterebbe guardare i vostri profili instagram per confermarlo: abbiamo bisogno di uno stile (?), in cui riconoscerci o da cui prendere le distanze o anche in cui riconoscerci per prendere le distanze o in cui non riconoscerci affatto.”<\/p>\n\n\n\n

Instagram? Quindi abbiam bisogno di un nuovo stile o di una nuova forma? Riconoscerci in uno stile \u00e8 abbastanza per definire un nuovo tipo di forma e di design? Non sar\u00e0 un problema di sostanza? Quel termine menzionato solo nel titolo?<\/p>\n\n\n\n

Guardiamo questo progetto. Non c\u2019\u00e8 bisogno di nominare l\u2019azienda per capire di chi stiamo parlando. Cito: \u201cPer la prima volta (??), una serie di arredi in cui lo stile vintage dell\u2019arredo scandinavo \u00e8 corrotto da grafiche pubblicitarie pazze e sopra le righe, il prodotto ideale per dare un cambio contemporaneo anche agli spazi piu tradizionali.\u201d<\/p>\n\n\n\n

v<\/p>\n\n\n\n

\"\"<\/figure>\n\n\n\n

Tante parole per un semplicissimo armadio caratterizzato da una stampa, un prodotto degno di una casa di moda o un tapezziere. L\u2019azienda si \u00e8 limitata a vestire l\u2019arredo. Questo \u00e8 un esercizio di stile (styiling), come la Substantial Chair di Alexander Schul o Ma\u2019or di Alexandre Boucher o ancora i tavoli del brand Ikon Kobenhaven. <\/p>\n\n\n\n

Oggetti del passato, e non oggetti qualunque, rivisitati, modificati leggermente per poter essere venduti come propri.  Quando il design si presenta come tale esercizio, manca la sostanza. Qual \u00e8 il valore aggiunto che l\u2019azienda o il designer d\u00e0 al proprio prodotto?<\/p>\n\n\n\n

Ricapitolando, siamo a mio parere in un\u2019era buia del design se non riusciamo pi\u00f9 a riconoscere i progetti con contenuti e sostanza dal progetto-ricerca creato ad hoc per instagram, dalla banale collezione di arredi, uguale ad altre mille, ma con un costo molto superiore, principalmente dovuto alla griffe. Il periodo di crisi, il passaggio da economia del prodotto a economia del servizio, l\u2019avvento dei social e di un\u2019estetica violenta, quasi invasiva, questi sono solo alcuni dei tanti fattori che hanno contribuito alla perdita di contenuti validi nei progetti di design – non tutti i progetti naturlamente. Tornando all\u2019articolo di Chiara e alla discussione attorno a forma, sostanza e stile, non abbiam bisogno di una corrente in cui riconoscerci o allontanarci, abbiamo bisogno di uno spirito critico maggiore, per poter dare sostanza ai progetti, in relazione al contesto in cui nascono, e quindi una forma chiara e riconoscibile. Amorfismo o no, abbiamo bisogno di progetti veri e forse la multidisciplinariet\u00e0 e la contaminazione possono essere una via, se mediata dai designers.<\/p>\n\n\n\n

v<\/p>\n\n\n\n