komorebi<\/em> giapponese: \u00e8 quella luce smorzata che filtra tra le foglie degli alberi, \u00e8 uno stato d\u2019animo, un\u2019atmosfera che abbiamo cercato di riprodurre artificialmente, con attenzione anche a ristabilire i ritmi circadiani, che in ambiente confinato vengono alterati per mancanza di luce naturale.<\/p>\n\n\n\nLe sfide che affrontiamo con le nostre aziende sono sempre molto entusiasmanti, perch\u00e9 le spingiamo ad andare oltre modelli consolidati ed affacciarsi su nuovi scenari possibili in cui si aprono concrete possibilit\u00e0 di creare il nuovo. Noi crediamo che lo Spazio, gi\u00e0 oggi, ma sempre di pi\u00f9 nel prossimo futuro, eserciter\u00e0 un\u2019influenza determinante sui nostri stili di vita, incrementando la qualit\u00e0 delle performance, modificando i comportamenti, creando nuovi bisogni\u2026 le aziende del design che per prime sceglieranno di accogliere queste nuove opportunit\u00e0 e tradurle in prodotti saranno pioniere del prossimo futuro, che \u00e8 gi\u00e0 qui, anche se non tutti ce ne siamo accorti.<\/p>\n\n\n\n
space<\/p>\n\n\n\nSpace4InspirAction with Barilla, Ancap and Italesse. 5th edition 2021, Scuola del Design, Politecnico di Milano<\/figcaption><\/figure><\/li><\/ul><\/figure>\n\n\n\nCosa pu\u00f2 insegnare questa disciplina agli studenti e ai progettisti nel 2022?<\/strong><\/p>\n\n\n\nProgettare per lo Spazio \u00e8 un esercizio molto potente per liberarsi da schemi e mappe mentali costruite negli anni che ci limitano la fantasia e aprirsi al nuovo, allo sconosciuto<\/em>. Gli studenti che si iscrivono al nostro corso Space4InspirAction <\/em>\u2013 il primo e unico corso di architettura e design spaziale al mondo riconosciuto e supportato dall\u2019Agenzia Spaziale Europea (ESA) che teniamo alla Scuola del Design del Politecnico di Milano \u2013 sono attirati proprio dalla possibilit\u00e0 di sperimentare la vita su altri mondi<\/em>, di immaginare scenari che non fanno parte della loro esperienza terrestre, di aumentare le loro capacit\u00e0 di visioning<\/em>, e soprattutto, di progettare ambienti, arredi, equipaggiamenti e oggetti insieme ad esperti, scienziati di ESA e le aziende che ci aiutano a dare forma a questi nuovi scenari.<\/p>\n\n\n\nLo stesso esercizio vale anche per i progettisti che per attitudine incrociano ricerca e know-how dell\u2019industria, progettano con l\u2019obiettivo di incrementare benessere e sostenibilit\u00e0<\/em>, sono attratti dall\u2019innovazione scientifica e tecnologica e guardano al futuro con fiducia cercando soluzioni che consentiranno alle persone di vivere lo Spazio come noi oggi viviamo sulla Terra, ma con pi\u00f9 consapevolezza e rispetto per il nostro pianetae le sue risorse.<\/p>\n\n\n\nspace<\/p>\n\n\n\n
Com\u2019\u00e8 iniziata la collaborazione con le agenzie spaziali?<\/strong><\/p>\n\n\n\nGuardando le stelle\u2026 e chiedendoci cosa avrebbe potuto fare un architetto e un designer per lo Spazio.<\/p>\n\n\n\n
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C\u2019\u00e8 anche una metodologia specifica per affrontare questi progetti, design dell\u2019uso e del gesto, cosa significa?<\/strong><\/p>\n\n\n\nQuando progettiamo per gli astronauti, cerchiamo di immergerci nell\u2019ambiente della Stazione Spaziale Internazionale (ISS e immaginare come il nostro corpo potrebbe muoversi in microgravit\u00e0, come le nostre posture e i nostri gesti potrebbero cambiare in relazione agli oggetti e soprattutto, come potrebbero essere disegnati i nuovi tools per funzionare bene anche nello Spazio, e perch\u00e9 no, trarre vantaggio dalla mancanza di gravit\u00e0, da sempre considerata un limite da contrastare. La nostra esperienza di progettazione e ricerca al Dipartimento di Design del Politecnico di Milano ci ha portato a definire una nuova metodologia che abbiamo chiamato Use and Gesture Design (UGD) <\/em>e che si basa sulla progettazione simultanea di ambienti, oggetti e gesti. Ovvero, contemporaneamente allo sviluppo del progetto conduciamo un\u2019attenta analisi delle azioni, dei movimenti e dei gesti del corpo in microgravit\u00e0. Nel processo di progettazione \u201cl\u2019artefatto\u201d e di pari importanza rispetto allo \u201cschema d\u2019uso\u201d e la creazione di un\u2019idea, di un concept di progetto per lo Spazio, deriva dalla progettazione simultanea di azione, movimenti e gesti che vengono simulati in funzione di come dovr\u00e0 o potr\u00e0 essere usato l\u2019oggetto progettato, in che modo e con quali procedure, in quanto tempo, e da quanti \u201cattori\u201d. Citando Pierre Rabardel, \u00e8 come se l\u2019idea formale e prestazionale di un progetto si sviluppasse contemporaneamente a una \u201csceneggiatura\u201d potenziale dei movimenti e dei gesti dell\u2019attore.<\/p>\n\n\n\nSe progettare per lo Spazio significa proiettare le caratteristiche globali del futuro oggetto sulla scena dei suoi usi possibili e visualizzarlo in azione fra le mani, addosso, nell\u2019ambiente microgravitazionale dove verr\u00e0 usato, ne consegue che anche l\u2019attore \u00e8 in ultima analisi artefice dell\u2019oggetto, perch\u00e9 la sua prestazione ne rende completo e pienamente attualizzato il progetto. Ogni azione d\u2019uso \u00e8 infatti da intendersi come azione interpretativa e il progettista valorizza, all\u2019interno del processo di sviluppo dei prodotti, sia la gestualit\u00e0 e il movimento che accompagnano l\u2019oggetto, sia l\u2019oggetto stesso, ponendosi, come nella danza, artefice del programma gestuale, del rito e non delle sue tracce.<\/p>\n\n\n\n
space<\/p>\n\n\n\nSpace4InspirAction with Foscarini. 4th edition 2020, Scuola del Design, Politecnico di Milano<\/figcaption><\/figure><\/li>Space4InspirAction with Foscarini. 4th edition 2020, Scuola del Design, Politecnico di Milano<\/figcaption><\/figure><\/li>1.\tSpace4InspirAction, 1st edition 2017, Scuola del Design, Politecnico di Milano<\/figcaption><\/figure><\/li>Space4InspirAction, 2nd edition 2018. Ph. Credit Annalisa Dominoni, Benedetto Quaquaro<\/figcaption><\/figure><\/li><\/ul><\/figure>\n\n\n\nCover, Space4InspirAction, Scuola del Design, Politecnico di Milano<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
Questo articolo \u00e8 stato scritto per Salone del Mobile.Milano e precedentemente pubblicato sulla piattaforma salonemilano.it Entrambi PhD, architetti, designer e professori alla Scuola del Design del Politecnico di Milano, Annalisa Dominoni e Benedetto Quaquaro sono i fondatori dello\u00a0studio (a+b)\u00a0e i massimi esperti in architettura e design per lo Spazio e ambienti estremi. Collaborano stabilmente con le…<\/p>\n","protected":false},"author":42,"featured_media":69199,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"apple_news_api_created_at":"2022-03-14T07:47:16Z","apple_news_api_id":"5645ee1f-9990-412d-9de3-670aa6668800","apple_news_api_modified_at":"2022-03-14T07:47:16Z","apple_news_api_revision":"AAAAAAAAAAD\/\/\/\/\/\/\/\/\/\/w==","apple_news_api_share_url":"https:\/\/apple.news\/AVkXuH5mQQS2d42cKpmaIAA","apple_news_coverimage":0,"apple_news_coverimage_caption":"","apple_news_is_hidden":false,"apple_news_is_paid":false,"apple_news_is_preview":false,"apple_news_is_sponsored":false,"apple_news_maturity_rating":"","apple_news_metadata":"\"\"","apple_news_pullquote":"","apple_news_pullquote_position":"","apple_news_slug":"","apple_news_sections":"\"\"","apple_news_suppress_video_url":false,"apple_news_use_image_component":false,"footnotes":"","_jetpack_memberships_contains_paid_content":false},"categories":[22],"tags":[34276,34280,34278,34282,34284,26,264,195,559,1290,1971,34274,1059,366],"apple_news_notices":[],"yoast_head":"\n
(a+b): Space Design, un esercizio per immaginare scenari futuri | WeVux<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n