GUILTY FLAVOURS, per sapori… di plastica!

Nata e cresciuta in Italia e ora di base a Londra, Eleonora Ortolani è una designer multidisciplinare con un forte interesse verso la sperimentazione materica. Con una formazione in comunicazione visiva, la curiosità e la passione per la scienza hanno portato Eleonora ad esplorare nuove aree del design come il futuro del cibo. Per la designer gli alimenti sono “un potente riflesso della società nel suo insieme” e questo suo pensiero si riflette nel progetto Guilty Flavours. (Immagine copertina di Eleonora Ortolani)

Affascinata dall’intersezione tra cibo, scienza e design, Eleonora ha collaborato con importanti scienziati, prima tra tutti Johanna Sadler – research scientist all’Universty of Edinbourgh – e affermati chef ed esperti di cibo. Con Guilty Flavours la designer ha cercato di affrontare il problema dei rifiuti in plastica e del loro smaltimento non solo trasformandolo in molecole potenzialmente edibili, ma anche con una provocazione che vuole mettere in dubbio il nostro modo di affrontare il problema.

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Guilty Flavours è una proposta radicale che vuole sfruttare noi e i nostri corpi come macchine per eliminare la plastica per sempre, mangiandola – altri organismi si sono già evoluti per digerirla. Nuovi processi biochimici creati da enzimi digestivi potrebbero consentire in futuro agli esseri umani di consumare in sicurezza la plastica. L’Ideonella sakaiensis è un batterio scoperto nel 2016 in un campione di sedimento prelevato da una stazione di riciclaggio di bottiglie di plastica a Sakai, in Giappone. Il batterio produce due enzimi in grado di scomporre il PET fino alle molecole che lo costituiscono e ha un ruolo importante nel processo di depolimerizzazione della plastica PET esplorato in questo progetto. Partendo dal sapore di vaniglia, la ricerca di Eleonora esplora come possiamo sfruttare questo processo per creare molecole completamente commestibili.

“Il progetto – racconta Eleonora – ci fa domandare se noi, come esseri umani, siamo pronti a compromettere le nostre abitudini alimentari per contribuire a un mondo più resiliente e armonioso.

L’esposizione del gelato in un congelatore chiuso a chiave simboleggia la sua inacessibilità al pubblico, evidenziando la natura dispendiosa in termini di tempo della valutazione dell’ingrediente di derivazione plastica: infatti, nonostante la sua composizione chimica sia identica a quella della vanillina, sia essa naturale o sintetica, il processo di test è ancora lungo in quanto considerato un ingrediente completamente nuovo (e una nuova tecnologia). Ciò sottolinea l’urgenza di trovare soluzioni innovative e attuare un rapido cambiamento nella nostra società per affrontare le pressanti questioni ambientali.”

Guilty Flavours è senza dubbio un progetto provocatorio, ma la designer ha voluto creare un alimento che, prima di essere assaggiato, fa riflettere: non si tratta solo di “mangiare la plastica” ma andare contro ad un tabù, quello di affrontare il problema con una mentalità diversa, mettendo in discussione i nostri preconcetti. E se dovessimo veramente trovare soluzioni del genere?

Per maggiori informazioni sulla ricerca e sul progetto visitate il sito della designer Eleonora Ortolani e seguitela su Instagram!

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