MILANO DESIGN WEEK 2024, una breve analisi

Come per l’edizione del 2023, Wevux conclude questa Milano Design Week 2024 con una breve analisi e qualche domanda, cosa ci racconta la settimana del design di quest’anno e quali sono i temi che emergono? Cosa ci aspetterà nel 2025? (Immagine copertina A-N-D, Alcova, ph. Piergiorgio Sorgetti)

Sostenibilità, che confusione

Rispetto agli anni scorsi, alcuni progetti della Milano Design Week 2024 pongono un’attenzione maggiore verso i temi legati all’impatto ambientale e alla responsabilità sociale. Nonostante questo aspetto positivo però ci sono ancora alcune contraddizioni:

  • Gadgets e tote bags diventano oggetti da collezione. Quanti volantini, poster e materiale di comunicazione è stato stampato e prodotto per questa settimana?
  • Si parla di produzioni sostenibili e nuovi materiali, ma sono ancora pochi i progetti che parlano del ciclo di vita del prodotto, della gestione di rifiuti e scarti dati dalla produzione, dell’energia utilizzata per il processo. Qualcuno in più dell’anno scorso, ma non ancora abbastanza.
  • Il punto 2 ci porta ad un altro tema: la trasparenza. Non basta usare la plastica riciclata (ancora) o creare nuovi materiali, come non basta dire “è progettato per durare”. Come vengono riciclate queste soluzioni? Quanta energia richiederà dismettere certi prodotti e materiali? È ora che il design inizi a considerare l’intero ciclo di vita di un progetto.
  • Gli allestimenti sono ancora una volta riutilizzabili, ma che fine fanno? Quante aziende e designer riescono veramente a dimostrare il riutilizzo dei propri allestimenti?

Trend dei nuovi materiali

Quest’anno quasi ogni location ha una selezione di campioni e nuovi materiali. Se da un lato è un aspetto molto positivo per la diffusione di una sensibilità maggiore verso questi progetti, ci sono ancora alcune riflessioni da fare:

  • La vera sfida che si presenta ora è se e come applicare questi campioni alla produzione industriale – per fortuna alcuni brand e designer stanno facendo qualche passo avanti, ne parleremo in maniera approfondita la prossima settimana.
  • Che senso ha creare un materiale da scarti e rifiuti se il materiale stesso diventa un problema nel momento in cui deve essere gettato?
  • Ammesso che un nuovo materiale possa durare “per sempre”, perché viene utilizzato per creare sculture e oggetti decorativi invece che applicazioni utili che resistano nel tempo?

(continua)

Design ma anche arte e moda

Come negli ultimi anni, la presenza dei grandi brand del fashion – e dell’effetto wow – è ormai data per scontata (Bottega Veneta, Prada, Gucci, Balenciaga, Moncler, Loro Piana, Zegna, Dolce&Gabbana, Miu Miu, per citarne alcuni) ma quest’anno i veri protagonisti sono stati l’arte e i pezzi collectible – senza contare la sovrapposizione di inaugurazioni nel weekend del Miart e l’apertura della Biennale di Venezia durante la manifestazione milanese. Come già raccontato in precedenza, il collectible design nasce da una necessità commerciale e potrebbe aiutare a dare un nuovo significato alla parola artigianato, forse l’unico problema è vedere tanti artisti/designer che si focalizzano sulla propria produzione senza fare ricerca, portando inevitabilmente collezioni e serie limitate simili (se non identiche) ad altri prodotti già esistenti.

Location e accessibilità

Sempre più lontano, questo sembra il claim di alcuni distretti ed eventi che preferiscono uscire dal centro per esplorare nuove aree della città di Milano e della provincia. Questa tendenza, unita alle code infinite e sempre più presenti anche da metà settimana, rende molto complesso trovare il tempo di vedere i progetti e poterli approfondire.

A questo si aggiunge il continuo aumentare dei prezzi degli spazi per esporre: come abbiamo raccontato qui, ogni anno, a parità di servizi, presentare il proprio progetto alla Milano Design Week è sempre più costoso e questo porta un problema di accessibilità per i giovani progettisti e i piccoli brand. Citando una riflessione di Margriet Vollenberg (Ventura Lambrate) sulla MDW di qualche anno fa – oggi ancora attuale: come posso garantire alle piccole e medie aziende la visibilità di un grande brand? Allo stesso modo, come diversifico l’offerta di ciò che espongo?

Back to Top